[vc_row][vc_column][vc_column_text]Bebe Vio

Bebe Vio, il cui nome completo è Maria Beatrice Vio, nasce il 4 marzo del 1997 a Venezia, seconda di tre fratelli.

 

La carriera

All’età di cinque anni Bebe Vio inizia a praticare la scherma, sport che ben presto si trasforma in una grande passione. Nel mese di novembre del 2008, quando frequenta le scuole medie della sua città, Mogliano Veneto, in provincia di Treviso, viene ricoverata improvvisamente in ospedale a causa dell’acutizzarsi della cefalea e della febbre di cui soffre da qualche giorno. I dottori che la prendono in cura, immaginando di avere a che fare con un caso di sepsi da meningite, decidono di ricoverarla nel reparto di terapia intensiva pediatrica dell’ospedale di Padova. Qui però Bebe arriva quando è già in condizioni gravi. Nell’ospedale i medici si rendono conto di trovarsi davanti a un episodio di meningite da meningococco di gruppo C. La forma di meningite contro la quale deve lottare la ragazzina veneta è acuta e rapida. E’ per questo che a pochi giorni di distanza dalla manifestazione dei primi sintomi Beatrice è in bilico tra la vita e la morte. Durante i primi giorni di ricovero in ospedale, Bebe Vio è vittima di una crisi settica per colpa della quale ha alcune emorragie interne. I dottori, nel tentativo di salvarle la vita, prendono la decisione di amputarle le gambe, da sotto le ginocchia. Oltre alle gambe si rende necessaria l’amputazione di entrambe gli avambracci. Con il passare delle settimane le condizioni della ragazza diventano più stabili, pur permanendo serie: saranno in tutto più di cento i giorni passati in ospedale tra il reparto di terapia intensiva e quello di chirurgia plastica. La meningite lascia sul fisico di Bebe Vio tracce profonde. Non solo le amputazioni degli arti, ma anche molte cicatrici distribuite sul volto e su numerose altre parti del corpo. Una volta dimessa dall’ospedale, la ragazza lascia Padova e torna a Mogliano Veneto, dove ricomincia a frequentare la scuola. Avvia la riabilitazione che le è indispensabile, a Budrio, presso il Centro Protesi dell’Inail.
Dopo essersi ristabilita, decide di non tornare a tirare di scherma ma si dedica per un periodo all’equitazione. Ben presto, però, sente il richiamo della pedana, e con l’aiuto dei tecnici delle protesi, dei suoi insegnanti e della sua famiglia, Bebe Vio ricomincia a usare il fioretto, con una particolare protesi progettata per sostenere il fioretto.
Da allora è divenuta testimonial in molti programmi televisivi per diffondere la conoscenza della scherma su sedia a rotelle e dello sport paralimpico in generale; in un paio di occasioni ha gareggiato a scopo pubblicitario insieme alla plurimedagliata, e sua ispiratrice, Valentina Vezzali. Negli anni successivi alla malattia Bebe si sposta su una sedia a rotelle, aspettando che vengano sviluppate e realizzate delle protesi che le consentano di muoversi in maniera più disinvolta e con una maggiore libertà. Nel frattempo i suoi genitori danno vita a un’organizzazione non a scopo di lucro, l’Art4sport, pensata per fornire ai bambini che usano protesi di arto, un supporto per integrarsi nel tessuto sociale tramite l’attività sportiva. Nei primi mesi del 2010 Beatrice Vio riceve le protesi per tirare di scherma, messe a punto dal Centro Protesi di Budrio in collaborazione con il Comitato Paralimpico Italiano. Può, così, fare le prime prove sulla sedia a rotelle. Quell’anno prende parte alla Family Run della maratona di Venezia: nell’occasione, la sua sedia a rotelle viene spinta da Oscar Pistorious, atleta sudafricano paralimpico, simbolo internazionale, ancora non protagonista delle vicende di cronaca nera che lo tormenteranno in seguito. Successivamente Bebe si allena tra Padova, Bologna e Roma. Più tardi diventa la prima atleta di tutto il continente europeo con il braccio armato protesizzato. è tedofora e porta la fiaccola olimpica in occasione della giornata di inaugurazione delle paralimpiadi di Londra 2012, in rappresentanza dei paralimpici del futuro; Nel 2012 e nel 2013 la ragazza si aggiudica il primo posto individuale ai campionati italiani di categoria B. Dopo aver conquistato il torneo di Montreal e quello di Lonato, sale per due volte sul podio in Coppa del Mondo. Seconda ai campionati mondiali under 17 disputatisi in Polonia, a Varsavia, nel 2014 vince gli Europei sia nel torneo individuale che in quello a squadre, ripetendo il successo l’anno dopo ai Mondiali in Ungheria. Sempre nel 2015 Bebe Vio pubblica “Mi hanno regalato un sogno: La scherma, lo spritz e le Paralimpiadi”, libro edito da Rizzoli che contiene le prefazioni scritte dal presidente del Comitato Paralimpico Luca Pancalli e da Jovanotti.
Alle Paralimpiadi di Rio de Janeiro, sale sul gradino più alto del podio nella competizione di fioretto. Arriva al successo dopo aver conquistato tutti e cinque gli incontri del girone A per 5 a 0, impresa di cui nessun’altra schermitrice è stata capace. Nel suo percorso ha battuto anche la polacca Marta Makowska per 15 a 6 nei quarti di finale e la cinese Yao Fang, addirittura per 15 a 1 in semifinale (un risultato ancora più clamoroso se si pensa che l’asiatica era una delle candidate più accreditate per la vittoria finale). Il 18 settembre 2016 ha sfilato come portabandiera dell’Italia in occasione della cerimonia di chiusura della XV Paralimpiade di Rio 2016.
Nel settembre 2016 ha posato per la fotografa Anne Geddes per una campagna a favore della vaccinazione contro la meningite. Il 18 ottobre 2016 ha fatto parte della delegazione italiana alla cena di Stato alla Casa Bianca, l’ultima offerta dall’amministrazione Obama.
Lei, campionessa alle Paraolimpiadi e testimonial di Dior, è riuscita a dimostrare a tutti che c’è sempre un motivo per sorridere, per guardarsi intorno e trovare del buono, grazie al suo nuovo programma, “La vita è una figata”. Questo nasce dalla voglia di dimostrare che anche le cicatrici possono nascondere qualcosa di bello.
Le sue caratteristiche sono quelle di un carattere sempre positivo, grande determinazione, grinta e anche simpatia. Bebe Vio è diventata così anche un personaggio mediatico, capace di sfruttare la sua immagine per dare visibilità alle cause che sostiene. Oltre alla scherma tiene incontri motivazionali in tutta Italia. Il 19 settembre 2018, battendo a Terni la russa Irina Mišurova in finale, si laurea campionessa europea per la terza volta consecutiva. Il 28 agosto 2021 conquista la medaglia d’oro alle Paralimpiadi di Tokyo, battendo in finale per 15-9 la cinese Zhou Jingjing. Il giorno seguente si laurea vicecampionessa olimpica nella prova a squadre, dopo che l’Italia era stata sconfitta per 45-41 dalla Cina.

Da Wikisport.eu, enciclopedia mondiale dello sport a cura di Daniele Masala, giornalista e campione olimpico.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]