Mercoledì 20 ottobre, nel corso dell’assise elettiva, la Nuova Compagnia Stabile Assai di Rebibbia porta in scena “Parole incatenate”, poesie e canzoni dal carcere, scritto e diretto da Antonio Turco

Nel corso dell’assemblea elettiva del Forum nazionale del Terzo Settore, la nuova Compagnia Stabile Assai di Rebibbia, storica compagnia teatrale carceraria di AiCS, porta in scena “Parole incatenate”, storie, canzoni e poesie nate in carcere e messe in scena da detenuti e terapeuti. Lo spettacolo gode del coordinamento della pedagogista Tamara Boccia e della regia di Antonio Turco, già responsabile nazionale AiCS dell’area di promozione sociale e coordinatore della Consulta persone private della libertà in seno al Forum del Terzo Settore.

L’assemblea si terrà mercoledì 20 ottobre all’hotel  “Eurostars Roma Aeterna” in Via Casilina, 125, a Roma, e lo spettacolo si terrà nel pomeriggio dalle 15.30, all’apertura dei lavori elettivi.

Sinossi
La cultura carceraria è fatta di tradizioni consolidate che si tramandano da decenni. Occhi che esprimono consenso o riprovazione, la negatività di certi gesti che la scaramanzia condanna, parole che fanno parte di uno slang che nasce nei quartieri disagiati e viene assimilato dalle mura dei penitenziari. E poi esistono le canzoni che narrano di amori lacerati o di ricordi di momenti intensi mai più vissuti. Ed infine le poesie, quelle dedicate alle proprie donne che ancora aspettano o che, invece, hanno scelto di vivere una esistenza senza più legami.

Carmela, Voce e notte, Tammurriata nera, Passione sono i brani che hanno ispirato i grandi della canzone napoletana e che sono stati cantati nelle celle. Così come Le mantellate, Voglio parla a te che sei na madre, Vola pensiero mio sono le canzoni che Gabriella Ferri ha reso celebre e che ancora oggi fanno parte del repertorio carcerario.

Pasolini, Raffaele Viviani, Ignazio Buttitta, Rosa Balestreri, Salvatore Di Giacomo  sono i cantori della emarginazione popolare. A questi maestri sarà fatto omaggio con monologhi che narreranno di ” vite violente”, di una Napoli notturna , e di una Capitale in cui l’indifferenza produce morte. E’ questo uno spettacolo di rimembranze e suggestioni che nascono da storie che diventano leggende.