Il progetto europeo SGS, coordinato in Italia da AiCS, punta a sensibilizzare contro l’omotransfobia nello sport
Durante la Bingham Cup a Roma, si è tenuta la prima partita internazionale di rugby esclusivamente disputata da atleti e atlete transgender. L’incontro ha avuto luogo il 26 maggio durante la fase finale della competizione. La Bingham Cup è un torneo di rugby internazionale dedicato all’inclusione, avviato nel 2002 e quest’anno ha fatto tappa per la prima volta a Roma per la sua undicesima edizione, grazie all’organizzazione del Libera Rugby Club. Coinvolgendo oltre 5000 atleti e sostenitori provenienti da tutto il mondo.
Il “Trans Match”, un evento speciale durante la Bingham Cup, ha visto la partecipazione di più di 40 atleti transgender e non binari provenienti da 30 squadre e da otto paesi diversi. Maddison Dennison, un atleta transgender canadese di Halifax, ha spiegato che ha vissuto la sua transizione di genere all’età di 35 anni. Ha iniziato a giocare con la squadra femminile locale nel 2022, dopo aver fatto coming out, e ha trovato un’accoglienza calorosa. Maddison ha commentato: “Penso che sia importante per le persone vederci e riflettere su di noi.” Ha condiviso anche la sua preoccupazione riguardo alle restrizioni imposte alle donne transgender nel rugby internazionale, sottolineando l’importanza della lotta per l’inclusione.
Val Pizzo, un rugbista transgender statunitense coinvolto nell’organizzazione dell’evento, ha sottolineato che l’evento di Roma è stato il primo di questo tipo a livello internazionale, con una partecipazione e un entusiasmo senza precedenti. Ha osservato che lo spirito sportivo è un veicolo potente per rivendicare l’identità e l’inclusione.
Giammarco Forcella, Presidente della Bingham Cup, ha evidenziato che l’evento è un momento significativo per contrastare l’esclusione delle persone transgender nello sport, una tendenza sempre più diffusa, anche a livello amatoriale, soprattutto negli Stati Uniti.
Nelle parole di Rosario Coco, che ha consegnato le medaglie in qualità di coordinatore SGS per l’Italia, “vedere queste persone godere della bellezza dello sport e mostrare con orgoglio i propri corpi ci spinge con entusiasmo nella lotta per uno sport realmente inclusivo e condiviso, che metta in discussione il modello binario.”
Tutti i partecipanti hanno ricevuto medaglie realizzate in collaborazione con il progetto SGS (Sport for all Genders and Sexualities), coordinato in Italia da AiCS (Associazione Italiana Cultura Sport), che ha anche intervistato Maddison Dennison nei giorni precedenti l’evento (leggi l’intervista tradotta da Andrea Giuliano).