Prosegue la campagna di AiCS specie il 28 giugno, anniversario dei moti di Stonewall. Nel 2024 AiCS ha lanciato il tesseramento alias

—-

Intervista di Rosario Coco, referente progetti per il dipartimento Lgbt di AiCS, a Giulia Valentino –  donna trans e atleta che ha praticato Rugby e Football Gaelico.  Ha scoperto questi sport in Irlanda, dove vive da 5 anni. Prima dell’affermazione di genere faceva arrampicata in Italia. 

Cosa ti ha portato a lasciare l’Italia? 

Ho deciso di lasciare l’Italia perché non è un Paese per persone trans. Ho aspettato di fare coming out fino al momento in cui mi sono sentita autonoma e indipendente. 

Non mi sono mai sentita al sicuro a Roma. A partire da come vestirsi, dove parcheggiare… e tutto il resto. Mi sono trasferita in Irlanda e ho scoperto il Rugby sul campo, iniziando a giocare a livello  amatoriale, che qui chiamiamo Domestic Rugby, una sorta di livello 2 su 7. 

La tua esperienza di atleta trans è stata quindi migliore all’estero?  

Quando mi sono trasferita ho beneficiato di un regolamento inclusivo nel rugby irlandese,  poi rovesciato dopo la decisione di World Rugby nel 2021. La federazione irlandese ha infatti seguito la policy internazionale. Attualmente le donne trans possono giocare solo nel Rugby senza contatto (Tag and Touch Rugby).  

Cosa è successo dopo il divieto per le donne trans da parte della Federazione internazionale del Rugby? 

Quando sono rimasta esclusa, la squadra e l’allenatore erano dalla mia parte, ma se mi avessero fatto giocare avrebbero rischiato una multa e addirittura la squalifica. 

Prima del divieto, giocavo già a Football Gaelico in un club inclusivo. Nel Football Gaelico non c’era un divieto né una regolamentazione. Nell’agosto 2022, alcune persone provenienti da associazioni che non avevano nulla a che fare con lo sport hanno sollevato criticità. 

A partire da una foto a una partita, in cui avevo un aspetto considerato poco femminile, sono stata bersaglio di un’ondata d’odio internazionale sul web, promossa da alcune associazioni che si definiscono “femministe”. 

Cosa è successo dopo ?

Diffamazione, odio, insulto, doxing, pubblicazione di ambiti della mia vita privata. Sono stata dipinta come un mostro sessuale che va a giocare con le ragazzine, anche perché sono una DJ. Sfruttando il fatto che la mia lega si chiamava Junior,  ma solo riferito al livello di abilità, hanno diffuso Il messaggio della “Dj feticista” che voleva stuprare le ragazzine. È stata una campagna professionale finalizzata a creare odio transfobico. 

 

È un dato di fatto che esista un problema di “passing” per molte atlete trans, cioè il genere che si “dimostra” secondo le aspettative più comuni. Molte altre giocano semplicemente perché “non sembrano trans”.

 

Per fortuna, anche grazie alla mia lotta, nel febbraio 2023 il Football Gaelico ha implementato la propria policy. Le atlete trans possono adesso giocare in base al livello di testosterone e devono fare una domanda di iscrizione a discrezione della federazione. 

Cosa vorresti dalla Rugby Federation irlandese? 

Semplicemente che considerasse il nuovo studio uscito ad Aprile sul “The British Journal of Medicine”, che afferma chiaramente che non si possono usare le statitische uomo-donna per determinare l’esistenza del vantaggio competitivo a-priori delle donne trans su quelle cis. In particolare, lo studio afferma che su alcuni parametri come capacità respiratoria, soglia anaerobica e forza muscolare nel salto, le donne trans in terapia ormonale da un anno abbiano performance inferiori alle donne cisgender. 

E cosa chiederesti alla FIR (Federazione Italiana Rugby)? 

Alla FIR chiedo che prenda una decisione. Anche la policy del Football Gaelico potrebbe essere già un passo avanti. Inoltre, ho spesso dichiarato che sono disponibile per test atletici o di laboratorio. Sono sicura che i risultati non offrirebbero alcuna ragione per escludermi a priori.