Al via a inizio primavera “Sport di Squadra e Gioco a Scuola: diffondere pratiche di sport ed educazione non formale per promuovere linguaggi contro la discriminazione”. Il “piano” AiCS tra i progetti ammessi a finanziamento secondo l’avviso di settembre 2023
È stato pubblicato il 12 febbraio scorso dal Dipartimento Sport del Governo l’elenco dei progetti ammessi a finanziamento finalizzati alla promozione della coesione sociale nello sport relativi all’Avviso del 30 settembre 2023.
I progetti ammessi sono 15, a fronte di un importo ammesso a finanziamento pari a oltre 2 milioni e 800mila euro. Tra questi, primo in classifica per punteggio, è il progetto presentato da AiCS e dal titolo “Sport di Squadra e Gioco a Scuola: diffondere pratiche di sport ed educazione non formale per promuovere linguaggi contro la discriminazione”.
Il progetto AiCS “Sport di Squadra e Gioco a Scuola” – LA SCHEDA
Secondo l’Oms, sono oltre 340 milioni i bambini e gli adolescenti di 5-19 anni in eccesso di peso. Tra i Paesi dell’Unione Europea, l’Italia ha alcuni tra i peggiori punteggi per quanto riguarda l’obesità infantile: nei maschi il dato è del 21% (2° posto UE), mentre le femmine si attestano al 14% (4° posto UE). Le persone che praticano sport, secondo l’Istat, sono aumentate, ma la cultura sportiva ancora manca. Ed è nelle scuole dell’obbligo che serve agire per promuovere davvero una cultura del movimento quale leva di benessere e socialità.
Il progetto “SPORT DI SQUADRA E GIOCO A SCUOLA” si pone pertanto l’obiettivo di offrire un contributo all’istituzione scolastica italiana, attraverso un’offerta di 4 ore settimanali per 6 mesi consecutivi di pratica motoria multisportiva, per potenziare l’offerta globale di sport nella scuola per tutti gli studenti dai 6 ai 14 anni. Il progetto parte dalla scuola, ma non esaurisce la propria azione con l’istituzione scolastica, e si propone di collaborare con le scuole affinché vi possa essere un contatto significativo anche con le famiglie e in modo tale che le attività di pratica motoria a scuola favoriscano la partecipazione ad eventi multisportivi al di fuori della scuola, dove le famiglie degli studenti e la cittadinanza possano partecipare ad occasioni di accesso libero alla pratica motoria.
Inclusione e lotta alla discriminazione
Entrare nelle scuole permetterà di andare a individuare anche un target di persone che diversamente non possono essere intercettate dalle associazioni e società sportive, ovvero le famiglie inserite nei circuiti della povertà educativa, rimuovendo gli ostacoli che ne impediscono la partecipazione e promuovendo lo sport quale ambiente sicuro e sano.
Tutti gli operatori sportivi saranno formati al fine di sviluppare competenze di adattamento delle discipline sportive al fine che possano diventare strumenti atti a contrastare comportamenti discriminatori, razzisti e di odio. Questo consentirà di utilizzare delle strategie di gioco e apportare degli adattamenti che consentiranno ai bambini con disabilità (intellettiva o motoria) di giocare insieme ai bambini cosiddetti “normodotati” in un’ottica di coesione sociale.
La formazione: un “gioco serio”
Il progetto intende inoltre applicare elementi di innovazione nel perseguimento della promozione delle competenze degli operatori sportivi, degli studenti, gli insegnanti e le loro famiglie. Verrà ideato appositamente un gioco da tavolo volto alla promozione di atteggiamenti e discorsi di cooperazione, rispetto e fair-play. Il “serious game” prenderà il nome di “Sport di Squadra” e sarà costruito appositamente per il progetto, al fine di promuovere l’assunzione di responsabilità negli atteggiamenti e nei comportamenti che promuovono la coesione sociale.
Persone e territori coinvolti
Come detto, il progetto si rivolge agli studenti tra i 6 e i 14 anni: i corsi settimanali coinvolgeranno 60 allievi per ogni territorio, e altri 100 studenti per provincia saranno coinvolti negli eventi multi sportivi. In totale, il piano che si svolgerà in 20 province, coinvolgerà quindi almeno 3.200 ragazze e ragazzi, bambini e bambine, in tutta Italia. Agli eventi pubblici si stima invece parteciperanno circa 4mila tra ragazzi e famiglie inserite nei circuiti di povertà educativa. Le azioni inizieranno da marzo