Cinquant’anni fa, nelle ultime settimane del 1972, si costituiva ad Asti, per merito di un allora tutto sommato piccolo gruppo di grandi appassionati di sport, il nucleo fondante dell’AiCS, nata a livello nazionale dieci anni prima. Un evento avvenuto senza grandi clamori ma con incrollabile convinzione da parte dei fondatori, che tendeva a portare al giusto livello di considerazione, la pratica sportiva amatoriale che si stava proponendo alla società, senza distinzioni di età, sesso o religione, come una sempre più importante alternativa agonistica ai modelli professionistici o presunti tali, dell’epoca.
Un evento, dunque, destinato ad aprire percorsi caratterizzati da grandi entusiasmi sportivi che nel tempo si sarebbero anche connotati come importanti momenti culturali e di notevole valenza sociale affrontando via via temi come la tutela sanitaria dei praticanti, la prevenzione, la lealtà sportiva, le pari opportunità e, ultimo ma non ultimo, la consulenza ai Circoli associati sui sempre più complessi aspetti burocratici ed amministrativi della loro gestione societaria.
Ricordare con questa pubblicazione, i primi cinquant’anni di vita dell’AiCS astigiana non è quindi soltanto un rituale quanto doveroso esercizio di memoria storica, ma anche, o soprattutto, il tributo di riconoscenza a tutti coloro che, in primis il lungimirante fondatore Leonardo Cendola, hanno contribuito alla crescita dell’Associazione sviluppatasi in questo mezzo secolo assieme a quella di tutto il movimento sportivo del territorio astigiano.
(Paolo Monticone)
Cinquant’anni fa, nelle ultime settimane del 1972, si costituiva ad Asti, per merito di un allora tutto sommato piccolo gruppo di grandi appassionati di sport, il nucleo fondante dell’AiCS, nata a livello nazionale dieci anni prima. Un evento avvenuto senza grandi clamori ma con incrollabile convinzione da parte dei fondatori, che tendeva a portare al giusto livello di considerazione, la pratica sportiva amatoriale che si stava proponendo alla società, senza distinzioni di età, sesso o religione, come una sempre più importante alternativa agonistica ai modelli professionistici o presunti tali, dell’epoca.
Un evento, dunque, destinato ad aprire percorsi caratterizzati da grandi entusiasmi sportivi che nel tempo si sarebbero anche connotati come importanti momenti culturali e di notevole valenza sociale affrontando via via temi come la tutela sanitaria dei praticanti, la prevenzione, la lealtà sportiva, le pari opportunità e, ultimo ma non ultimo, la consulenza ai Circoli associati sui sempre più complessi aspetti burocratici ed amministrativi della loro gestione societaria.
Ricordare con questa pubblicazione, i primi cinquant’anni di vita dell’AiCS astigiana non è quindi soltanto un rituale quanto doveroso esercizio di memoria storica, ma anche, o soprattutto, il tributo di riconoscenza a tutti coloro che, in primis il lungimirante fondatore Leonardo Cendola, hanno contribuito alla crescita dell’Associazione sviluppatasi in questo mezzo secolo assieme a quella di tutto il movimento sportivo del territorio astigiano.
(Paolo Monticone)