Il presidente AiCS, quale componente del Consiglio nazionale Economia e Lavoro, ha presentato il suo esame a riguardo: “Economia sociale grande opportunità per il sistema Paese ma serve ordine per valorizzarla”. Parere approvato all’unanimità
L’Assemblea del Consiglio nazionale Economia e Lavoro, nella seduta del 26 settembre, ha approvato all’unanimità il parere positivo sulla Raccomandazione del Consiglio europeo dedicata allo sviluppo delle condizioni quadro dell’economia sociale. È un tema che l’Unione europea ha da tempo attenzionato, a partire dall’Action Plan del dicembre 2021. Con la Raccomandazione del Consiglio UE si sollecitano ora gli Stati membri a sostenere l’Action Plan, per sfruttare appieno il potenziale dell’economia sociale.
Relatore del parere in Assemblea è stato il presidente AiCS Bruno Molea, consigliere CNEL, che ha sottolineato il valore dell’accordo politico raggiunto nell’ottobre del 2023 tra i ministri dell’UE, da cui è nata la Raccomandazione e che hanno fissato in 24 mesi il tempo perché ciascun governo nazionale adotti o aggiorni una propria strategia di economia sociale. “L’applicazione di questa Raccomandazione – ha dichiarato Molea – è una grande opportunità di trasformazione per l’intero sistema dell’economia sociale. E non solo per i soggetti che ne fanno parte. Infatti, la vera forza dell’economia sociale risiede nella sua capacità di influenzare il sistema Paese. Per questo sostenere l’economia sociale significa sostenere la coesione sociale delle comunità”.
Data la Raccomandazione, Molea ha suggerito al Cnel di intervenire lungo diversi assi: le politiche del lavoro (troppo poco pagato nelle imprese sociali e nel mondo del no profit), il potenziamento del ruolo dell’economia sociale nella fornitura di servizi di interesse generale, la rete tra settore pubblico e il mondo del sociale, una mappatura delle misure e delle strutture che ad oggi finanziano quel mondo nella volontà di superare la frammentazione di programmi e strumenti di finanziamento e di dare così maggiore continuità e fluidità alle azioni che scaturiscono dal mondo no profit.
Il parere del CNEL, approvato all’unanimità, sottolinea la necessità di comprendere su quali ambiti è necessario intervenire, anche individuando un soggetto specificatamente incaricato. A questo proposito la situazione italiana è deficitaria, poiché le competenze in materia sono divise tra almeno tre amministrazioni centrali. Serve inoltre, aggiunge il CNEL, un quadro normativo adeguato, mediante una legge-quadro. A mancare è anche un filo rosso per unire le tante pratiche all’interno di una chiara e unitaria visione, una cornice senza la quale ogni intervento finisce per essere episodico e parziale.