Il presidente nella sua video intervista: per lo sport sociale, il momento non è dei migliori. Sulle condizioni per favorire la pratica sportiva, serve fare di più” – RIGUARDA QUI LA VIDEO INTERVISTA
“Per lo sport sociale, il momento non è dei migliori: la riforma dello sport porta incombenze che vanno risolte. Quella fiscale darà una mano ma vanno favorite davvero le condizioni che permettano di aumentare la pratica sportiva: gli italiani sono ancora troppo sedentari”. Così il presidente AiCS Bruno Molea nella video intervista rilasciata a Massimiliano Curti di Italpress.
“In questo momento lo stato di salute dello sport italiano non è certamente dei migliori – ha detto Molea a Italpress -. Non lo è per tutte le note vicende che accompagnano la riforma dello sport, l’introduzione del lavoro sportivo e tutta una serie di incombenze nuove che gravano sulle spalle dei presidenti delle società sportive. Quindi è un momento di grande preoccupazione, di carichi di lavoro e di nuove responsabilità, è un momento in cui lo stato in generale di salute dello sport è aggravato da preoccupazioni non di poco conto”.
In che modo il via libera di Bruxelles alla riforma fiscale del no profit italiano può incidere sullo sport nel Belpaese è presto detto: “Sicuramente la comfort letter che il governo ha ricevuto è un elemento di estrema importanza che va nella direzione di concludere un percorso avviato con la riforma del terzo settore – prosegue Molea in un’intervista nella sede romana di Italpress – Anche la riforma fiscale, quindi, giungerà spero a conclusione così come tutti quanti auspichiamo, e questo darà tranquillità, calma e obiettivi sereni al mondo dello sport e della promozione sportiva di base. Quindi lo sport di base interessato sarà sicuramente messo nelle condizioni di meglio operare con certezze maggiori”.
Sostenibilità, cultura e un sano stile di vita: questi sono i tre capisaldi dell’Aics su cui dovrebbe poggiare anche lo sport italiano: “Diciamo che lo sport italiano, soprattutto negli ultimi tempi, prova ad essere al passo di questi tre pilastri ma non lo è. Non lo è nel senso che c’è ancora troppa poca contaminazione nella società civile da parte della promozione sportiva, siamo ancora un paese che fa poco sport, dove le condizioni per favorire lo sviluppo della pratica sportiva, soprattutto nei confronti dei giovani, ancora non sono al top. C’è una sensibilità, un indirizzo, una volontà di andare in quella direzione: AiCS forse è un passo avanti rispetto alle istituzioni”.