Il presidente Molea alla presentazione del report: “In Italia, cultura sportiva ancora scarsa e livelli sedentarietà alti. Necessario analizzare le criticità”
In Italia il settore dello Sport ha raggiunto una dimensione economica rilevante pari a circa 22 miliardi di euro, con un contributo al Pil nazionale dell’1,3%. Si evince dal Rapporto Sport 2023, prima indagine di sistema, presentata il 30 gennaio dall’Istituto per il Credito Sportivo e da Sport e Salute.
La pubblicazione ha l’obiettivo di accendere un faro sul grande potenziale dell’industria sportiva, fornendo un quadro del contributo al Pil, della domanda di pratica sportiva, dello stato del parco impianti nazionale e della dimensione di impatto dello Sport.
Lo Sport si conferma una vera e propria industria, con un potente effetto leva in termini di ricadute economiche, stimato in 2,2x e un’incidenza significativa a livello occupazionale. Nonostante i contraccolpi della pandemia, il sistema sport mantiene negli anni uno zoccolo duro di addetti che si aggira attorno alle 400 mila unità, grazie alla presenza di oltre 15 mila imprese private, circa 82 mila enti non profit e quasi 900 mila volontari. L’industria sportiva presenta, tuttavia, molte zone grigie di vulnerabilità, prime fra tutte i divari territoriali sul fronte impiantistico e della pratica sportiva, e la fragilità finanziaria delle gestioni.
“E ciò determina un livello di sedentarietà ancora troppo alto: colpa delle strutture carenti e della cultura sportiva ancora troppo zoppa – commenta il presidente di AiCS Bruno Molea, presente alla presentazione del report -: è cambiato il concetto di tempo libero, così com’è cambiato il concetto di lavoro, e tutto va a detrimento di una cultura sportiva che resta carente nel tempo. Ad oggi, il 65% degli italiani non fa per nulla sport: inaccettabile. Analizzare i dati del sistema è utile e necessario. AiCS, proprio attraverso la progettazione e il sostegno di Sport e Salute lo fa da anni e ben sappiamo quanto valga lo sport e quanto muova in termini di ritorno sociale ed economico ma serve dar gambe al diritto allo sport, con finanziamenti certi e strutturali. Il diritto allo sport è questione pubblica”.