[vc_row][vc_column][vc_column_text]Caratteristiche tecniche del giocatore

Cestista, Emanuel David Ginóbili è una guardia tiratrice mancina. Riesce a contribuire statisticamente in modo rilevante alla fase offensiva con punti ed assist grazie a grande creatività, intelligenza e visione di gioco. Il gioco aggressivo di Ginóbili lo porta spesso ad attaccare il canestro: grazie alla sua atleticità e ad un eccellente controllo palla riesce a inserirsi tra le difese avversarie con finte e numeri di grande difficoltà tecnica. Dall’altra parte del campo è un ottimo difensore sull’uno contro uno, abilissimo nei recuperi in anticipo e offre un buon contributo in rimbalzi difensivi (per una guardia). Inoltre è un ottimo tiratore di liberi e con gli anni ha inserito nel suo repertorio un buon tiro da tre punti. Alto 198 cm per 93 kg di peso.

 

La vita e la crescita del giocatore

Emanuel David Ginóbili è nato il 28 luglio 1977 a Bahìa Blanca in Argentina. I suoi genitori Jorge e Raquel avevano già concepito due figli rispettivamente più grandi di 5 e 7 anni. Egli era molto più piccolo fisicamente rispetto ai fratelli e nessuno avrebbe mai potuto immaginare che una persona di quella stazza sarebbe diventato una stella del Basket mondiale, risvegliando persino nella sua città, dove il calcio era prevalente, uno sport da tempo sopito. Il padre di Manu, ottimo playmaker a quei tempi era il direttore del Bahiense del Norte, e i suoi due figli Leandro e Sebastian erano le stelle della squadra. Così per i primi anni Manu giocò nella squadra del padre e mostrò presto le sue doti dopo le istruzioni dell’allenatore Oscar Sanchez che gli insegnò come palleggiare con una sola mano senza guardare la palla, e l’allenatore Fabian Horvath. Manu ha mostrato fin da subito la sia passione per l’NBA e il suo idolo era Michael Jordan. Egli iniziò a crescere molto velocemente per statura e fisicità, tanto che ebbe bisogno di molto tempo per abituarsi al suo “nuovo corpo”.

Dal primo debutto fino all’NBA

All’età di 18 anni, Manu fece il suo primo debutto come professionista in Argentina con la squadra Andino durante la stagione 1995-96. L’anno successivo entrò a far parte degli Estudiantes Bahia Blanca nella Ligue Argentina dove restò fino al 1998 quando attirata l’attenzione degli “scout europei” firmò un contratto per la stagione 1998-99 con la squadra Viola Reggio Calabria in Italia. In quell’ anno venne eletto come “League Player of the Year” portando la squadra alla promozione in A1 e fu proprio in questa squadra che affinò le sue doti e quello che poi sarebbe stato il suo biglietto da visita per l’NBA: il Flop. Egli viene così avvistato dalla squadra San Antonio che vede nella guardia mancina un grande talento anche grazie ai buoni risultati ottenuti lo stesso anno con la Nazionale Argentina, egli però preferì firmare il contratto con i Virtus Kinder Bologna per la stagione 2000-02. A Bologna cominciò a migliorare in modo esponenziale, diventando la punta di diamante di una squadra formidabile capace di vincere, nella sola stagione 2000-01, campionato italiano, Coppa Italia ed Eurolega, la cosiddetta “Triple Crown”. Durante il periodo nel quale ha giocato a Bologna ha fatto parte per tre volte dell’All Star Game italiano. L’anno dopo con la Virtus rivince la Coppa Italia, ma non riesce a confermarsi in Eurolega (sconfitta in casa col Panathinaikos) ed in campionato (fuori in semifinale). Dopo aver conquistato l’Europa Manu, a 25 anni, decide che è ora di sbarcare nella NBA. L’argentino firma così con i San Antonio Spurs indossando la maglia numero 20.

 

La carriera nei San Antonio Spurs e i titoli vinti

All’inizio della sua avventura americana trova varie difficoltà, specie per incomprensioni con l’allenatore Gregg Popovich, orientato verso uno stile di gioco controllato e ragionato, che mal si adattava all’istintività e all’improvvisazione di Manu. Col tempo, coach e giocatore hanno imparato a convivere; la grande sintonia tecnica e umana che si è venuta a creare nel corso del tempo tra i due è stata sicuramente uno dei cardini dei successi Spurs negli ultimi anni. Nel 2002-03 gli Spurs vincono il titolo NBA sconfiggendo in finale i New Jersey Nets. La stagione 2004-05 (dopo l’oro olimpico) sancisce la definitiva esplosione di Manu: gioca titolare tutte e 74 le partite di regular season, migliorando sensibilmente dal punto di vista realizzativo. Nel febbraio 2005 viene chiamato per l’NBA All-Star Game. Nel 2005 ha conquistato il secondo titolo NBA della sua carriera, giocando da protagonista assoluto, insieme all’MVP Tim Duncan, la serie finale contro i Detroit Pistons. Nella stagione 2005-06 Ginóbili non riesce a dare il suo solito contributo a causa di un fastidio alla caviglia, e probabilmente per questo motivo non ha fatto parte dell’All-Star Game, dove invece è andato il suo compagno di squadra Tony Parker oltre a Tim Duncan. Nella stagione 2006-07 Ginóbili, ormai parte integrante del Big Three degli Spurs è investito da coach Popovich del ruolo di sesto uomo della squadra con un minutaggio sulla mezz’ora. Con gli Spurs Manu raggiunge e vince per la terza volta in 5 anni le finali NBA. La stagione successiva Ginóbili vive probabilmente una delle sue migliori annate: fa registrare i career-high di medie in punti (19,5), rimbalzi (4,8), assist (4,5), percentuale da tre (40,1%) e minuti giocati (31,1). Viene eletto miglior sesto uomo dell’anno e inserito nell’All-NBA Third Team. Nella stagione 2008-09 soffre dell’infortunio alla caviglia e non può garantire il solito grande rendimento alla squadra. La sua stagione si chiude in anticipo senza poter giocare i play-off. Nella stagione successiva, rispetto all’anno precedente, riesce a giocare sia la solita ottima stagione sia i play-off. La stagione 2010-11 si conclude con la convocazione al suo secondo All-Star Game. Durante il periodo del lockout NBA, iniziano a circolare delle voci riguardanti un suo probabile ritorno alla Virtus Bologna, alla fine Ginóbili rimane agli Spurs, e quando riprende la stagione, trascina la squadra a vincere 3 delle prime 4 partite, prima di infortunarsi ad una mano durante la partita con i Minnesota Timberwolves. In quasi tutta la stagione è afflitto dagli infortuni, ma durante l’ultimo mese riesce a trovare un’ottima forma e a presentarsi nei playoff abbastanza riposato. Nella stagione 2012-13 e in quella corrente sta avendo un’ottima ripresa giocando una media di 22 minuti a partita 12 punti, 3 rimbalzi, 7 assist. Ginóbili ha annunciato il suo ritiro dall’NBA il 27 agosto 2018.

 

La carriera nella Nazionale argentina e i titoli vinti

Ginóbili inizia a rappresentare la nazionale di basket argentina fin dal 1998, partecipando a Mondiali, Giochi Panamericani e FIBA Americas Championship. A Porto Rico nel 1999 porta la Nazionale alle semifinali che perde contro gli Stati Uniti si aggiudicano poi il bronzo proprio contro il Porto Rico. In particolare dopo aver portato da protagonista assoluto il suo team alla vittoria del Campionato Americano Maschile di Pallacanestro FIBA 2001, Ginóbili è tra i migliori giocatori dei Mondiali 2002 (argento biancoceleste), dove è costretto a giocare solo 12 minuti della finale con la Jugoslavia a causa di un infortunio occorsogli in semifinale. A Porto Rico 2003 Manu porta la squadra in finale dopo aver sconfitto il Canada nelle semifinali per poi perdere contro gli Stati Uniti e aggiudicarsi l’Argento Olimpico. L’anno dopo risulta decisivo per la conquista dello storico titolo olimpico ad Atene 2004 da parte dell’Argentina, a discapito della Nazionale Italiana, e dopo aver sconfitto in semifinale i favoriti Stati Uniti. Con questa vittoria Manu diventa l’unico giocatore della storia della pallacanestro ad aver vinto un titolo nazionale un’Eurolega, la medaglia d’oro olimpica e l’anello di Campione NBA. Nell’estate 2006 ai Mondiali ha trascinato l’Argentina fino alle semifinali, perdendo per 75-74 contro gli spagnoli, poi trionfatori. In occasione delle Olimpiadi di Pechino 2008 viene scelto come portabandiera alla cerimonia d’apertura dell’intera delegazione argentina. Nel torneo olimpico dà un contributo alterno per via di un perdurante infortunio alla caviglia e deve abbandonare il campo dopo soltanto un minuto nella semifinale contro gli Stati Uniti. Ai campionati americani in Argentina 2011 conquista l’oro battendo in finale con la sua Nazionale il Brasile. Infine dopo una cavalcata altalenante alle Olimpiadi di Londra 2012 perdono, in volata, anche nella finale per il bronzo contro la Russia, ponendo probabilmente fine ad una delle storie sportive più grandi di tutti i tempi.

 

Olimpiadi

  • Oro: Atene 2004
  • Bronzo: Pechino 2008

 

Mondiali

Argento: Indianapolis 2002

 

Campionati Americani

  • Bronzo: Porto Rico 1999
  • Oro: Argentina 2001
  • Argento: Porto Rico 2003
  • Oro: Argentina 2011

Da Wikisport.eu, enciclopedia mondiale dello sport a cura di Daniele Masala, giornalista e campione olimpico – FOTO DI COPERTINA, CORRIERE DELLO SPORT[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]