[vc_row][vc_column][vc_column_text]Anton Engelbert Sailer, detto Toni, nasce a Kitzbuhel il 17 novembre 1935, figlio di un contadino che avrebbe voluto avviarlo alla carriera musicale, egli invece, iniziò a praticare lo sci alpino, dove ebbe modo di confrontarsi con campioni quali, Andreas Molterer e Christian Pravda.
Sailer, soprannominato dalla stampa “Der schwarze blitz aus Kitz” (il lampo nero di Kitzbuhel), fu il primo sciatore a vincere tutte e tre le gare di sci alpino conquistando l’oro, ai VII Giochi Olimpici invernali di Cortina d’Ampezzo 1956, dove fu anche porta bandiera durante la cerimonia di apertura.
Il 29 gennaio del 1956, a Cortina il primo oro arrivò con slalom gigante maschile. Sulla pista Ilio Colli sono previsti 87 atleti di 29 paesi diversi. La temperatura massima è di tre gradi sotto zero, quella minima di otto. Il primo a partire è lo statunitense Ralph Miller, mentre il favorito della gara, Anton Sailer, parte con il numero 18, dove vinse con oltre sei secondi di distacco sul connazionale Andreas Molterer (ancora oggi è il maggior distacco tra primo e secondo in una gara di sci alpino alle Olimpiadi) e sette su Walter Schuster, anche lui austriaco. Il primo degli italiani Gino Burrini, decimo, arriva al traguardo con oltre dodici secondi di distacco. Due giorni dopo, su una pista diversa, la “Col Drusciè” si tiene la gara di slalom speciale maschile. Cambia la disciplina, cambiano le condizioni meteo, si corre su due manches, ma il risultato è lo stesso: vince Toni Sailer precedendo di 4 secondi il giapponese Chiharu Igaya e di cinque e mezzo lo svedese Stig Sollander.
Primo degli italiani è il cortinese Guido Ghedina, diciassettesimo, a ventisei secondi. Sailer si svegliò tardi e arrivò sulla pista a gara iniziata. Riuscì comunque a conquistare la medaglia d’oro partendo con il pettorale numero 135.
Il 3 febbraio si tiene l’ultima gara di sci alpino: la discesa libera sulla Tofana, si parte a 2282 metri e si arriva a 1380. Toni Sailer ha il pettorale numero 14 e la solita tuta “all black”, quindici porte per quasi tre km e mezzo di percorso, terzo oro conquistato anche dopo un imprevisto iniziale: pochi minuti prima della partenza gli parte uno dei legacci in cuoio che fissano gli scarponi agli attacchi, lo cambia appena in tempo grazie all’aiuto di un allenatore della squadra Italiana, l’austriaco Hans Senger che fu in grado di rimediare all’inconveniente e sembrò andare tutto per il meglio, ma poco prima del traguardo, gli si apre la soletta di uno sci e vinse comunque con tre secondi e mezzo di vantaggio sullo svizzero Raymond Fellay e quattro sul connazionale Molterer. Un’impresa che fu incredibile, viste le difficoltà nelle prove olimpiche, sia per la competitività degli avversari, sia il rischio di commettere errori quando si affrontano piste da 1000 metri di dislivello. Due anni più tardi Sailer viene, però, accusato di “professionismo” come era avvenuto al suo idolo sportivo Zeno Colò, si ritirò e si dedicò all’attività di attore cinematografico.
Dal 1972 al 1976 fu allenatore capo e direttore tecnico della nazionale austriaca, ricoprendo vari incarichi tecnici in seno alla Federazione sciistica dell’Austria.
Nel 2005 annunciò il ritiro dall’incarico di direttore di gara dell’Hahnenkamm, ruolo che aveva occupato per 19 anni. “Il re di Cortina” se n’è andato il 24 agosto 2009 a Innsbruck.
Da Wikisport.eu, enciclopedia mondiale dello sport a cura di Daniele Masala – giornalista e campione olimpico
(Foto: Alps and meters)[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]