Protagonista del ciclismo dagli anni ‘20 agli anni ’40, Francesco Carlo Rodolfo Giorgetti, conosciuto come Franco Giorgetti nasce a Varese il tredici ottobre 1902.
All’età di sei anni si trasferì con la famiglia a Bovino Masciago dove il padre lavorava come tipografo. Era ancora dilettante quando gli esperti si accorsero delle sue doti di grande velocista. La sua carriera sportiva di corridore incominciò al Velodromo Sempione a Milano. All’età di diciotto anni partecipò da titolare nella squadra azzurra dei Giochi Olimpici di Anversa (1920) nella disciplina ciclismo inseguimento a squadre, e fu uno degli artefici della vittoria ottenuta dal quartetto italiano con Primo Magnani, Arnaldo Carli e Ruggerio Ferrario. Diventò professionista a diciannove anni e si aggiudicò il giro di Lemano sorprendendo avversari e osservatori. Questa fu la sua unica vittoria su strada battendo in volata avversari stradisti più quotati.
Nel 1921 e nel 1922 oltre ad essere campione italiano della velocità, debuttò anche in America dove disputò la sua prima Sei giorni al Madison Square Garden di New York piazzandosi al quarto posto grazie all’aiuto di Carman. Più tardi, nel 1924, dopo aver colonizzato successi in varie gare di velocità, riattraversò l’Atlantico, e per anni fece il pendolare tra l’America e l’Europa fino al 1926, quando, vinse la sua prima Sei giorni a New York con Reginald Mc Namara. Dopo questa vittoria riuscì ad aggiudicarsi altre tredici edizioni vincendo sulle piste di Chicago, Buffalo, Alantic City e New York. E con quattordici affermazioni nella classifica dei vincitori della Sei giorni, il “Kid italiano” figura tra i plurivincitori di questa specialità. Per dodici anni rimase a New York ritornando solo per le feste natalizie. Nell’album di famiglia oltre alle foto delle sue gesta sportive, lo vediamo ritratto con personaggi famosi: Arturo Toscanini, Beniamino Gigli. Instaurò con loro una grande amicizia. Franco Giorgetti fu un grande velocista, inseguitore, ma specialmente uno stayer spettacolare. La stampa lo aveva definito come il padrone delle piste americane. Nel 1927,1928,1929,1930 e 1934, fu cinque volte campione d’America degli stayers ma non vinse mai il Campionato mondiale in questa disciplina. Più tardi nel 1933 dovette accontentarsi della medaglia d’argento perché una clamorosa “pastetta” favorì la vittoria del francese Charles Lacquehay. Vinse però due titoli italiani stayers nel 1933 a Pordenone e nel 1944 a Milano. Giorgetti era un corridore imprevedibile e temutissimo, si racconta che quando si presentava al Madison Square Garden di New York il pubblico lo accompagnava con la canzone “Georgette” scritta in suo onore.
Onorificenze
Il 27 ottobre del 1938 fu elogiato con l’onorificenza a Cavaliere della Corona d’Italia per meriti sportivi conferitagli dal re Vittorio Emanuele II e firmata da Mussolini e Storace. La sua carriera terminò nel 1948 a Washington con la sua ultima disputa dei Sei giorni. Dopo il ritiro scrisse diversi articoli su La Domenica Sportiva dove raccontava come viveva le sue avventure. Morì il 18 marzo nel 1983 a Bovisio Masciago, dove in questa città nel 1988 gli dedicarono una piazza e un monumento posti nell’area Centro Sportivo.
Palmarès
· Giochi olimpici Oro- Anversa 1920- Inseguimento a squadre
· Mondiali su pista Argento- Parigi 1933- Mezzo fondo
Soprannome
“Il Kid Italiano”
Da Wikisport.eu, enciclopedia mondiale dello sport a cura di Daniele Masala, giornalista e campione olimpico
(*Foto tratta da Italiani alle olimpiadi – Altervista)