Ugo Frigerio (Milano, 16 settembre 1901 – Garda, 7 luglio 1968), è stato un grande atleta italiano. Fu il primo campione della marcia italiana.

La marcia
La marcia è una specialità dell’atletica leggera che fa parte del programma olimpico, consiste in una progressione costante ed armonica di passi eseguita in modo tale che l’atleta mantenga il contatto con il terreno almeno con uno dei due arti inferiori senza che si verifichi una perdita di contatto evidente, in pratica non è presente una fase di sospensione a differenza della corsa.


Carriera
Ugo Frigerio esordisce vincendo in una competizione agonistica nel 1918 a 17 anni. L’anno dopo vince il titolo italiano sui 10 km di marcia che conserva imbattuto fino al 1924, conquistandolo nuovamente anche nel 1931. Fu il più grande dei nostri pionieri della marcia, a soli 19 anni ai Giochi di Anversa del 1920 vinse la medaglia d’oro. A tutt’oggi nessun altro atleta è riuscito a vincere l’oro olimpiaco in così giovane età. Nel 1920 e nel 1924 conquistò tutti gli ori olimpici in palio per la marcia. Nel 1925 fu protagonista di una tournee negli Stati Uniti con eccellenti risultati. Nel 1928 ad Amsterdam la marcia fu esclusa dal programma dei G.O. e Frigerio decise di abbandonare la gara, rientrando successivamente per partecipare ai Giochi di Los Angeles del 1932, dove conquistò il bronzo nei 50 km. Rivolto alla marcia giovanile in suo onore è stato istituito il TROFEO UGO FRIGERIO.

Curiosità
Nel 1934 l’atleta scrisse un libro autobiografico intitolato “Marciando nel nome d’Italia ”, in cui rammenta episodi incredibili della sua carriera. In particolar modo un momento in cui arrivato al traguardo spezzò il filo di lana con il petto e prese dalle mani del suo trainer un fazzoletto tricolore e agitandolo gridò forte “Viva l’Italia”. Inoltre, insieme allo schermidore Edoardo Mangiarotti, allo sciatore Gustav Thöni e allo slittinista Paul Hildgartner, Ugo Frigerio è stato scelto per due volte come portabandiera dell’Italia nella cerimonia di apertura dei Giochi, nel 1924 a Parigi e nel 1932 a Los Angeles.

Da  Wikisport.eu, enciclopedia mondiale dello sport a cura di Daniele Masala, giornalista e campione olimpico.