[vc_row][vc_column][vc_column_text]Eraldo Pizzo
Eraldo Pizzo (Genova, 21 aprile 1938) è un ex pallanuotista italiano. Noto con il soprannome di “il caimano” per la sua abilità nel dominare l’acqua, vinse nel 1960 la medaglia d’oro ai Giochi della XVII Olimpiade. Nel suo palmarès, inoltre, compaiono numerosi trofei tra i quali sedici scudetti, di cui quindici vinti con la Pro Recco e uno con il Bogliasco.
Si ritirò nel 1982, all’età di quarantaquattro anni, dopo esser riuscito a far vincere il primo scudetto nella storia del Bogliasco, e conquistò la carica presidenziale della Pro Recco per i tre anni successivi.
Nel 2005, in occasione dei XX Giochi olimpici invernali, fu un tedoforo e portò la fiamma olimpica per un tratto del centro storico di Genova.
La carriera
- Roma 1960
Pizzo Eraldo giocò la sua prima Olimpiade nel 1960 a Roma, a soli ventidue anni, e fornì un contributo determinante per la conquista dell’oro. La prima partita che giocò fu contro la Romania, finita 4-3 per gli azzurri; in questa partita Pizzo segnò un gol che risultò essere decisivo per la conquista dei tre punti. Successivamente affrontò la Repubblica Araba Unita, contro la quale realizzò una tripletta, la Germania, segnando due gol, e l’Unione Sovietica, grande avversaria dell’Italia pronosticata per la lotta finale alla conquista dell’oro, contro cui segnò un gol. Alla fine dell’olimpiade giocata in casa, Pizzo ebbe segnato sette gol, e conquistato il suo primo oro olimpico.
Tokyo 1964
Nel 1964 Pizzo venne confermato nella squadra azzurra vincitrice dell’oro diretta a Tokyo per difendere il titolo. Durante la sua seconda Olimpiade, giocata a ventisei anni, Pizzo segnò cinque reti, che non bastarono per bissare il primo posto di quattro anni prima. Infatti l’Italia ottenne solamente il quarto posto, prima tra le escluse al podio, avendo passato la prima fase a gironi ma avendo perso entrambe le partite della fase finale. Pizzo segnò una tripletta contro la Romania e una doppietta contro il Giappone, che contribuirono alla vittoria su entrambe le squadre.
Città del Messico 1968
L’Italia, dopo la delusione di Tokyo, si affida di nuovo a Pizzo, che si dimostra il perno della nazionale italiana. A Città del Messico l’Italia viene inserita nel Girone B, insieme a Giappone, Egitto, Germania dell’Est, l’ospitante Messico, Jugoslavia, Olanda e Grecia. In questo girone eliminatorio Pizzo segnò ben ventitré gol, assicurando alla nazionale il passaggio del turno. Con la nuova formula del torneo, l’Italia deve affrontare alle semifinali l’Unione Sovietica, avversario di alto livello agonistico. Infatti gli azzurri vengono battuti 8-5, con 3 marcature di Pizzo. A causa di questa sconfitta il Settebello si ritrovò a doversi scontrare con l’Ungheria per l’assegnazione del terzo e del quarto posto; anche questa partita fu persa dalla nazionale italiana, nonostante i tre gol di Pizzo, che quindi bissò il quarto posto di Tokyo.
Monaco di Baviera 1972
Pizzo fa parte della squadra di pallanuoto azzurra per la quarta volta consecutiva. La squadra aveva voglia di riscattarsi dai due quarti posti scaturiti nelle ultime due Olimpiadi; inserita nel Girone C, esordisce con una sconfitta contro l’Unione Sovietica, seguita da tre vittorie contro Bulgaria, Spagna e Giappone. Pizzo segna una doppietta in tutte e tre le partite. Ma, qualificata per la fase finale, all’Italia non bastò Pizzo per arrivare sul podio: Pizzo segnò altri sei gol che portarono l’Italia solo al sesto posto.
Il ritiro dalla nazionale
Pizzo, dopo un intervento per un problema di tonsille, iniziò a soffrire di attacchi d’asma. Questo determinò il suo definitivo abbandono della nazionale dopo le Olimpiadi di Monaco di Baviera. Pizzo racconta la sua enorme difficoltà nel giocare in trasferta nei paesi orientali dove nell’aria c’era una maggior quantità di polvere che rendeva difficile la respirazione. Inizialmente provò con un allora moderno farmaco in pastiglie che limitava l’asma, ma che non gli permetteva di dormire. Perciò seguì la scelta del ritiro dalla nazionale.
L’esperienza da tedoforo
Nel 2005, quando Pizzo aveva 68 anni, gli venne annunciata la possibilità di portare la fiamma olimpica per un tratto del centro storico di Genova di una distanza totale di circa 600 metri. Pizzo afferma di essersi iniziato ad allenare i previsione dell’evento in quanto poco abituato a correre sulla terra ferma. La fiamma fu portata da Pizzo nel dicembre del 2005 per una distanza inferiore a quella preannunciata e lungo un tratto in discesa, che limitò la fatica dell’ex pallanuotista quasi settantenne.
Da Wikisport.eu, enciclopedia mondiale dello sport a cura di Daniele Masala, giornalista e campione olimpico[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]