[vc_row][vc_column][vc_column_text]Giacomo Agostini 

 

Giacomo Agostini (Brescia, 16 giugno 1942) ex motociclista italiano.

Carriera

Giacomo Agostini, primogenito di quattro fratelli, nasce a Brescia il 16 giugno 1942. Detentore di 15 titoli mondiali, è stato il più grande campione del motociclismo sportivo di tutti i tempi. Sin da bambino fu fortemente attratto dal mondo dei motori ma fu costretto a limitare i suoi primi impegni agonistici in gare organizzate clandestinamente da ragazzini, in sella all’ “Aquilotto” di famiglia, a causa della contrarietà del padre verso l’insicura carriera di pilota. Comunque, dopo tante insistenze, a 19 anni, nel 1961, riuscì a farsi permettere dal padre di acquistare, in 30 rate, la moto dei suoi sogni: una “Morini 175 Settebello” da 500.000 lire.
Il 18 luglio 1961 esordì con la “Settebello” alla sua prima gara ufficiale, la Trento-Bondone in salita, nella quale si classificò secondo. Entrò quindi in contatto con la squadra corse della Moto Morini, sotto la protezione del direttore sportivo Dante Lambertini, il 1° maggio 1962 nella gara della Temporada Romagnola a Cesenatico in cui però non fu tra i migliori. Il 27 maggio, invece, vinse a tempo di record con la sua Settebello la Bologna-San Luca, conquistando il primo posto assoluto. Alla corsa era presente anche Alfonso Morini, patròn dell’omonima moto, che lo ingaggiò nella sua Squadra Corse offrendogli una moto ufficiale: una “Settebello Aste Corte”.
Partecipò quindi, nel 1963, sia al Campionato della Montagna che al Campionato Italiano di Velocità Juniores, conquistandoli entrambi e aggiudicandosi tutte le gare di quell’anno. Morini lo schierò come prima guida del reparto corse nel Campionato Juniores. In sella alla “250 Bialbero” Agostini si aggiudicò il Campionato Italiano 250. Il 19 luglio 1964 esordì all’estero sul circuito Solitude di Stoccarda, nel Gran Premio di Germania Ovest, e successivamente partecipò al Gran Premio delle Nazioni sul circuito di Monza conquistando il 4° posto in entrambe le gare.
Ormai molti erano i team che avevano messo gli occhi addosso ad Agostini ma nel 1964 fu la MV Agusta del Conte Domenico Agusta a ingaggiarlo su segnalazione del campione conterraneo Carlo Ubiali. Seconda guida nel motomondiale 1965, poté competere nelle classi 350 e 500 raggiungendo la seconda posizione nel campionato, in entrambe le classi, alle spalle di Jim Redman nella 350 e del compagno di squadra Mike Hailwood nella 500.
Nel 1966 Agostini conquistò la vittoria nella classe 500 davanti allo stesso Hailwood, che era passato alla Honda, e si aggiudicò il secondo posto nella classe 350 dietro l’inglese. L’11 settembre dello stesso anno, alla fine del campionato, conclusosi a Monza, Giacomo Agostini vinse il titolo della 350 davanti al doppiato Renzo Pasolini e quello della 500 davanti allo stesso Mike Hailwood aggiudicandosi il titolo iridato.
Nella stagione dei titoli iridati dell’anno successivo, Agostini fu primo nella 500 e secondo nella 350 e Hailwood primo nella 350 e secondo nella 500. I due ottennero lo stesso punteggio in 500, con ugual numero di vittorie ma il titolo fu assegnato ad Agostini per il maggior numero di secondi posti conquistati.
Nel quinquennio sportivo dal 1968 al 1972, orfani degli avversari più temibili, Agostini e la MV Agusta vinsero 10 titoli mondiali piloti e 10 titoli mondiali costruttori nelle classi 350 e 500. Nella stagione del 1971, intanto, Agostini riuscì a conquistare i mondiali della 350 e della 500 con tre gare di anticipo sulla chiusura dei campionati e, con i 10 titoli iridati, a scavalcare Hailwood raggiungendo la vetta della speciale classifica dei piloti per numero di titoli mondiali vinti.
Il 1972 segnò particolarmente il pilota bresciano per la morte dell’amico Gilberto Parlotti durante il Tourist Trophy. Al termine della gara Agostini si fece portavoce del malumore dei colleghi rilasciando pesanti dichiarazioni circa la responsabilità della Federazione sportiva nell’utilizzare un tracciato tanto pericoloso e affermando che non avrebbe partecipato alle edizioni successive e quindi non si presentò al Gran Premio dell’isola di Man. Anno dopo anno anche altri piloti seguirono la decisione di Agostini fino a che il Tourist Trophy venne cancellato nel 1977 dal calendario del motomondiale.
Nella stagione del 1973, la moto sperimentale di Agostini collezionò una tale serie di guasti e problemi tecnici che riuscì a raggiungere il traguardo solamente in quattro delle undici gare che componevano il campionato della classe 500. Agostini si classificò terzo nella classifica finale della 500 alle spalle del vittorioso compagno di squadra Phil Read e del secondo classificato Kim Newcombe alfiere della Konig.
Per attriti con l’Agusta e per aver previsto il declino del motore a 4T, Agostini passò alla Yamaha trasferendosi in Giappone per contribuire allo sviluppo della moto facendo apportare numerose migliorie soprattutto alla ciclistica. Nell’esordio del 10 marzo del 1974 alla 200 miglia di Daytona, Agostini, per la prima volta in gara con una moto a 2T, vinse con la sua nuovissima Yamaha TZ 700 e anche due settimane dopo in Italia nella 200 miglia di Imola.
Il campionato 1975 fu caratterizzato dalla lotta in classe 500 fra la Yamaha di Giacomo Agostini e la MV Agusta di Phil Read e si concluse con la conquista del quindicesimo e ultimo titolo iridato da parte del pilota italiano.
Per la stagione 1976 il campione del mondo e la Yamaha non riuscirono a raggiungere un accordo e per la casa giapponese fu un vero disastro. Agostini decise di assumere la gestione del vecchio reparto corse della MV Agusta, pure accettando la disponibilità di un esemplare di XR-14 della Suzuky. I risultati però furono deludenti a causa della scarsa qualità delle componenti elettriche ed elettroniche che costrinsero più volte il pilota italiano a ritirarsi anche quando si trovava in testa alla gara. Il 25 settembre 1977 Giacomo Agostini vinse la sua ultima gara Iridata conquistando il GP conclusivo della Formula 750 sul circuito di Hockenheim, in sella alla Yamaha TZ 750.
A quel punto il campione italiano comunicò il proprio ritiro dal motomondiale annunciando l’intenzione di dedicarsi alle competizioni automobilistiche.
Sponsorizzato quindi dall’industria del tabacco Marlboro che aveva finanziato le due ultime stagioni in moto, Giacomo Agostini partecipò al campionato di Formula 2 del 1978 alla guida di una Chevron B42 motorizzata BMW per passare poi alla Formula 1 Aurora, nelle due stagioni successive, a bordo della Williams FW06. Per Agostini i risultati economici furono soddisfacenti ma non quelli sportivi che si limitarono a qualche podio. Al termine della stagione 1980, nella quale si classificò quinto, Agostini decise di ritirarsi definitivamente dalle competizioni.

Dopo il ritiro

Nel 1982 il pilota bresciano tornò al motomondiale come direttore sportivo del team Marlboro Yamaha, incarico che si protrasse per quattordici stagioni consecutive. Il suo team riuscì a racimolare il consistente bottino di 6 titoli mondiali in classe 500: tre titoli costruttori (1986, 1987, 1988) e tre titoli piloti (1984, 1986 e 1988), questi ultimi conquistati dal pupillo Eddie Lawson.

Da Wikisport.eu, enciclopedia mondiale dello sport a cura di Daniele Masala, giornalista e campione olimpico.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]