Giuseppe Saronni (Novara, 22 Settembre 1957) è un dirigente sportivo, ex ciclista su strada e pistard italiano. Professionista dal 1977 al 1990, vinse 2 giri d’Italia, una Milano-Sanremo, un giro di Lombardia, una Freccia Vallone (la piccola “Liegi-Bastogne-Liegi”) e un campionato del mondo su strada.

·        Caratteristica: passista-velocista

Carriera


Giuseppe Saronni, per tutti Beppe, icona mondiale del ciclismo di tutti i tempi grazie al suo celebre temperamento schietto e diretto, ancora oggi infervora ed emoziona tutti gli amanti delle due ruote. Saronni nacque a Novara il 22 settembre 1957 sotto il segno della Vergine, (per chi crede negli astri, è il segno zodiacale con più giri all’attivo, tra gli altri anche Fausto Coppi e Damiano Cunego sono nati in quei giorni di metà settembre) in realtà è Piemontese solo di nascita in quanto crebbe a Buscate alle porte di Milano. Viene da una famiglia di ciclisti, i fratelli Alberto ed Antonio fanno attività agonistica, Antonio addirittura è pluricampione italiano di ciclocross. Beppe ha iniziato la sua carriera agonistica nel 1970 con la livrea della Sc Buscatese conquistando subito innumerevoli successi su strada ma anche su pista con la maglia Tricolore di campione d’Italia Velocità allievi nel 1974, replicando nel 1975 tra gli juniores. Da dilettante fu invece selezionato per i Giochi Olimpici di Montreal nel 1976, partecipando alla prova di inseguimento a squadre con altri tre italiani: Sandro Callari, Cesare Cipollini e Rino de Candido, ma il quartetto venne eliminato ai quarti di finale dall’Unione Sovietica. Sempre da professionista si aggiudicò anche una Sei Giorni di Milano (con Bastianello).

1977: Il grande salto tra i professionisti


“Fanciullo prodigio” nelle categorie minori (127 affermazioni) viene autorizzato al passaggio di categoria a 19 anni e mezzo: professionista dal 1977, vestendo la casacca bianconera della Scic, diretta da Carlo Chiappano, dimostra subito di avere i numeri. Il gran salto avvenne il 23 febbraio dello stesso anno, al Trofeo Laigueglia, dove arrivò secondo dietro al campione del mondo Freddy Maertens. Nel 1979 è maglia rosa a Milano. A soli 21 anni e 8 mesi, si aggiudicò la classifica generale del Giro d’Italia. La corsa si decise nella cronoscalata di San Marino, dove Saronni vinse indossando la maglia rosa: non lasciò più il primato, risultando uno dei vincitori più giovani della storia del Giro. Il 1979 fu l’anno della consacrazione di questo atleta capace di eccellere su tutti i terreni. Straordinario in volata, scaltro sul piano tattico a dispetto della giovane età, forte a cronometro, capace di tenere in salita, Saronni non aveva – in pratica – veri e propri punti deboli nelle giornate di vena. La specialità nella quale meno eccelleva era comunque la salita. In quell’anno vinse: Campionato di Zurigo, Giro di Romandia, Giro d’Italia (con tre tappe, due a cronometro), Midi Libre, Tre Valli Varesine e Trofeo Baracchi (in coppia con Francesco Moser).

1980: Il passaggio alla Gis gelati


Nel 1980 passò alla Gis Gelati, sempre sotto la direzione di Chiappano: quell’anno vinse la Freccia Vallone, 7 tappe al giro d’Italia, classificandosi 7°, e il titolo nazionale professionisti. Nell’81, appunto, produce pochi acuti, tante gare vinte (24) fra cui Bernocchi, Camaiore, Etna, Laigueglia e Romagna, e qualche rimpianto, come il 3° posto al Giro d’Italia (con 3 tappe vinte) perso per soli 50 secondi dietro Battaglin e Prim. Sempre nell’81 conquista una medaglia d’argento ai Campionati del mondo di Praga, superato allo sprint da Freddy Maertens e un bronzo ai Mondiali su pista a Brno, in Repubblica Ceca.

1982: L’apice della carriera


Nel 1982 passò alla Del Tongo-Colnago e con tale squadra ottenne le vittorie più importanti della sua carriera nel periodo che va dal Febbraio 1982 a Giugno 1983. Nella primavera dell’82 vinse la Tirreno-Adriatico, il Giro di Svizzera, il Giro del Trentino e il Giro di Lombardia (La classica delle foglie morte). Ancora nell’82 conquistò la medaglia d’oro ai Campionati del Mondo di Goodwood, in Gran Bretagna, battendo in volata l’americano Greg LeMond. Quel famoso sprint, passato agli annali come la “Fucilata di Goodwood”, resta uno dei gesti sportivi più sbalorditivi e fenomenali di tutti i tempi. Nella primavera dell’83 si aggiudicò in solitaria la Milano-Sanremo. Sempre con la Del Tongo-Colnago vinse il 2° Giro d’Italia

1986: L’inizio del declino


Versò la metà degli anni ’80 la sua forma declinò precocemente. In quegli anni Saronni vinse poco, forse per una cattiveria agonistica che va esaurendosi, appagata dai numerosissimi successi già raggiunti in giovane età, forse per un naturale esaurimento di forze, dopo 7 stagioni al massimo dell’intensità, Saronni riduce notevolmente il rendimento in gara ed abbassa gli standard delle sue prestazioni. Dopo gli anni ‘84 e ’85 completamente di anonimato, cerca di rialzare la testa ma perde con Visentini al Giro d’Italia proprio all’ultima tappa di Foppolo, cedendo la maglia rosa proprio a quest’ultimo; conquista un Bronzo nell’86 a Colorado Springs, ai Mondiali su strada, arrivando dietro a Moreno Argentin e Mottet. Dall’87 al ’90, anno del ritiro, vince poche corse e tutte di seconda fascia: la Milano-Vignola nell’87, la Tre Valli Varesine nel 1989 e poco altro. Chiude la carriera nel 1990 con la vittoria al Giro della Provincia di Reggio Calabria. Saronni lascia la carriera da professionista lasciandosi alle spalle 194 vittorie fra cui 85 frazioni di corse a tappe (24 al Giro), 49 circuiti e avendo conquistato 49 volte la maglia rosa e ben 11 quella azzurra.

1992: Una seconda vita


Dopo il ritiro Beppe decide di occuparsi ancora di ciclismo e così nel ’92 inizia la sua carriera da team manager: dal ’92 al’94 con la Lampre, nel ’96 con Panaria, ’97-’98 Mapei e dal 2013 fino al 2016 con Lampre-Merida della famiglia Galbusera. Dal 2017 Saronni ha deciso di sposare un nuovo progetto della società Uae (Emirati Arabi Uniti) Abu Dhabi Team, a seguito del ritiro della Lampre dal ciclismo, con a capo il presidente Matar Suhail Al Yebhoumi Al Dhaheri che lavora nel campo dell’edilizia e dell’immobiliare negli Emirati. In realtà cambieranno solo gli investitori poiché l’organico del team rimarrà lo stesso, con Diego Ulissi capitano e le biciclette verranno sempre fornite da Colnago.

Curiosità


• Nella bacheca di Saronni mancano vittorie al Tour de France, Parigi-Roubaix, e la Vuelta a España. Giuseppe ha sempre gareggiato sulle biciclette Colnago, tranne nel 1979, anno in cui vinse il suo primo giro d’Italia, in cui corse con biciclette Bottecchie.
• Saronni nella classifica dei plurivincitori del ciclismo mondiale è al secondo posto tra i corridori italiani e tra i primi 10 a livello globale, da notare che la quasi totalità delle vittorie sono state conseguite in un numero di anni molto limitato, evento unico tra tutti gli altri plurivincitori di tutti i tempi.
• Ha vinto 4 volte “Le tre Valli Varesine”, primato che detiene insieme a Gianni Motta.

Da Wikisport.eu, enciclopedia mondiale dello sport a cura di Daniele Masala, giornalista e campione olimpico