[vc_row][vc_column][vc_column_text]Joel Theodore Stransky nacque a Pietermaritzburg il 16 luglio 1967, capitale del Natal (Sud Africa), e frequentò la Rondebosch Boys High School dove giocò inizialmente a Cricket. Dopo si trasferì al Maritzburg College dove conobbe il famoso allenatore James Stronk Nicholson, a 16 anni fu scelto per una partita di pre-season con il Maritzburg. Per questa partita lui si offrì volontario per fare il goalkicker, non essendoci nessuno che copriva quel ruolo. Grazie alla sua abilità di controllare la partita con il suo calcio, unita al suo esplosivo e inafferrabile stile di corsa chiunque lo vide giocare capì che era destinato a fare grandi cose nel rugby. Infatti a 19 anni entrò a far parte del Northern Transvaal (oggi Blue Bulls).

 

La carriera

Conseguita la laurea in Economia e dopo aver giocato nei vari XV scolastici, nel 1988 Joel si trasferì nel team del Natal (oggi Sharks) dove vinse per la prima volta la Currie Cup nel 1990 nell’anno in cui la federazione compiva cento anni. I due anni successivi Stransky approdò in Italia per giocare a L’Aquila (1991-92), mentre nella stagione seguente giocò per il San Donà (ai tempi targato Panto). In questo anno, esattamente il 3 luglio 1993, Joel fu convocato dalla nazionale per sostituire Botha, debuttando a Sydney in una gara vinta contro l’Australia per 19 a 12, ma i suoi primi punti internazionali li segnò due settimane più tardi in una gara a Brisbane sempre contro i Wallabies, segnando una meta, due trasformazioni e due penalties. Nei tre anni successivi Stransky segnò non pochi punti, nel ’94 con la maglia del Western Province ne fece 151, nel 1995 ne segnò 247 e poi 120 nel 1996. Nel 1995 però la carriera di Joel ebbe una grande svolta, infatti in quell’anno ci fu la Coppa del Mondo in cui lui inizialmente rimase fuori dalla rosa nella gara pre-mondiale contro Samoa Occidentali, che serviva da selezione. Per sua fortuna e per fortuna del Sud Africa fu chiamato quando l’allenatore “Kitch” Christine spostò Hennie Le Roux al centro. Nonostante fu convocato dopo Joel dominò tutte le partite dei “Verdi” consegnando la coppa al suo Paese e se stesso alla storia; infatti nella partita inaugurale del Mondiale egli divenne il primo sudafricano nella storia a realizzare quella che gli inglesi chiamano “full house”, ovvero ad andare a punti in un test in tutti e quattro i modi possibili: una meta, una trasformazione, quattro penalty ed un drop, con i quali i “Boks” hanno sconfitto i campioni del mondo in carica dell’Australia per 27 a 18. Joel andò a punti anche contro il Canada con due penalties e due trasformazioni, e anche nella semifinale con la Francia con quattro punizioni e una trasformazione. A quel punto, tra loro e la gloria, i ‘Boks avevano solo i fortissimi All Blacks, i quali erano riusciti a demolire tutti i loro avversari nel percorso verso la finale. Fu una partita giocata su un equilibrio precario, tanti furono gli errori dei “Tutti Neri”, e grazie a questi e al grandioso drop di Joel nei secondi finali gli Springboks riuscirono a resistere e alla fine a portare a casa una meravigliosa vittoria. Il giorno dopo la Finale il giocatore si recò al matrimonio del fratello come se niente fosse accaduto e pochi mesi dopo gli venne a mancare la madre, con cui aveva un grande legame. Nel 1996 Joel prese parte al suo unico Tri Nations dove segnò una meta all’Australia, 10 penalties e 2 trasformazioni, purtroppo questa volta la vittoria finale andò agli All Blacks. Nello stesso anno disputò anche la sua ultima partita con la maglia della nazionale Sud Africana, ancora contro la Nuova Zelanda, vinta 32 a 22. Possiamo dire che Joel Stransky giocò per ben 22 volte per la sua nazionale accumulando un totale di 240 punti tra cui 6 mete, 30 trasformazioni, 47 penalty e 3 drop. Sempre nel 1996 disputò la sua unica stagione del Super Rugby con gli Stormers e nell’anno successivo si trasferì in Europa per giocare nella Premiership nelle file del Leicester, con cui nel 1999 vinse il titolo di campione inglese nella sua ultima stagione agonistica. In quell’anno si giocò il Mondiale e la federazione inglese prese in considerazione di schierare Joel tra le sue file dopo aver appreso che un suo nonno era di origini inglesi. Più tardi si venne a scoprire che si trattava di un bisnonno e quindi il progetto decadde e Stransky si ritirò a fine stagione.

Tornò in Sudafrica e divenne imprenditore e fondò un’azienda di recupero veicoli rubati del quale è direttore generale, nel 2000 mentre ancora svolgeva il ruolo di tecnico part-time per il Leicester, fu contattato verbalmente per un contratto da allenatore nei Bristol Bob Dwyer che accettò fidandosi sulla parola. Il club però si rifiutò di mettere sotto contratto Joel che nel frattempo si era dimesso da Leicester e aveva organizzato tutto per trasferirsi a Bristol. Stransky quindi portò tutto in tribunale per vedersi risarciti i danni materiali, fu risarcito per 150.000 sterline e altre 200.000 per i costi sostenuti durante il procedimento legale. Nonostante la carriera imprenditoriale ha ammesso di essere ancora attratto dall’attività di allenatore.

 

Curiosità

Clint Eastwood nel suo film “Invictus” narra del processo di riappacificazione nel Sudafrica post-apartheid che trova il suo culmine proprio nella vittoria degli Springboks alla Coppa del Mondo di Rugby 1995, in cui Stransky venne interpretato dal figlio Scott Eastwood.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]