Michael Anthony Powell, meglio conosciuto come Mike o come “il folletto di Philadelphia”, nasce a Philadelphia il 10 novembre 1963, è stato un ex atleta statunitense specializzato nel salto in lungo, disciplina di cui è detentore del record mondiale dal 1991.
L’argento di Seoul 1988
Iniziò abbastanza tardi ad ottenere dei risultati di alto livello nell’atletica leggera finché nel 1987 fece registrare un ottimo salto di 8,27 m a K?riyama. Il 1988 è un anno di particolare importanza per Mike in quanto partecipò ai suoi primi Giochi Olimpici. Durante la gara di salto in lungo si ritrovò come rivale Carl Lewis, indiscusso protagonista dell’atletica mondiale. Dopo i suoi 4 ori olimpici ai Giochi di Los Angeles 1984, Lewis aveva l’obiettivo di confermare il titolo nel salto in lungo, nonostante gli ottimi risultati anche nella velocità. Lewis dominò l’intera gara realizzando il suo obiettivo: ottenne la medaglia d’oro con un salto di 8,72 m. Powell si piazzò al secondo posto con un sorprendente 8,49 m al terzo salto. Fu comunque un grandissimo risultato in quanto Powell fu l’unico atleta con Lewis a superare gli 8,40 m. Iniziò così la grande rivalità con il “figlio del vento”.
Il record mondiale del 1991
Dopo l’argento Powell continuò ad allenarsi ottenendo così livelli di eccellenza mondiale. Ne è un esempio il salto di 8,66 m a Villeneuve-d’Ascq. La svolta avvenne il 30 agosto 1991 ai Mondiali di Tokyo quando realizzò il nuovo record mondiale saltando 8,95 m e battendo il precedente primato di 8,90 m che Bob Beamon aveva ottenuto ai Giochi Olimpici di Città del Messico del 1968. Questa gara fu una delle più spettacolari nella storia di questo sport in quanto i due atleti, Powell e Lewis, si contesero il posto più alto del podio con una serie di salti che superarono gli 8,80 m in condizioni di vento variabile. Il favorito Lewis però concluse la sua gara con un salto di “soli” 8,91 m. Dopo il record di Tokyo, Powell abbracciò calorosamente il giudice di gara. La grande prestazione lo fece diventare una vera celebrità.
Il secondo argento olimpico del 1992
Nel 1992 Powell decise di partecipare ai Giochi Olimpici di Barcellona vantando il titolo di campione mondiale uscente e primatista del mondo, co-favorito insieme a Lewis per il titolo assoluto nel salto in lungo. La gara del 1992 fu di livello molto inferiore rispetto a quella dell’anno precedente. Lewis riuscì a strappare il primo posto a Powell registrando al primo tentativo un salto di 8,67 m, di appena 3 cm superiore all’8,64 m che Powell fece registrare al sesto ed ultimo tentativo. In quello stesso anno, al tradizionale meeting del Sestriere, Powell saltò 8,99 m, ma con un vento superiore ai 2 m/s. Questo salto non è stato registrato come record mondiale, ma nonostante il vento oggi rappresenta la massima misura mai saltata da un atleta.
1993 e 1995: oro e bronzo ai Mondiali
Dopo aver saltato 8,70 m a Salamanca, nel 1993 Powell partecipò ai Mondiali di Stoccarda e venne di nuovo consacrato campione mondiale di salto in lungo grazie al suo “volo” di 8,59 m. Ai mondiali di Göteborg 1995 fallì l’appuntamento con il suo terzo titolo consecutivo. Si classificò infatti come terzo dietro al giamaicano James Beckford ed al cubano Iván Pedroso, nuovo dominatore della specialità e vincitore con un ottimo salto di 8,70 m. Pedroso batté di un solo centimetro il record di Powell, ma la prestazione non venne omologata dalla IAAF in quanto, attraverso le immagini, si rilevò che durante il salto un giudice di gara si era posizionato davanti allo strumento di rilevazione del vento, che soffiava a oltre 2 m/s.
Il primo ritiro
Powell dichiarò di volersi ritirare dopo i Giochi Olimpici di Atlanta 1996, nei quali (dopo essere passato in testa al secondo turno con 8,17 m), soffrì di uno stiramento inguinale e, dopo un ultimo salto nullo in cui affondò nella sabbia, dovette accontentarsi del quinto posto. La gara finì con lo storico quarto oro olimpico consecutivo di Lewis nel salto in lungo. Negli anni successivi, abbandonata l’attività agonistica, conseguì una laurea in psicologia dello sport, e si occupò di atletica nella veste di psicologo motivatore e allenando i giovani dell’università di Fullerton.
Il ritorno alle gare ed il definitivo ritiro
Nonostante l’aumento di peso che lo portò a raggiungere 95 kg, tornò a gareggiare nel 2001 alle Relays di Modesto con lo scopo di prendere parte ai Giochi Olimpici di Atene del 2004, ma nell’occasione saltò poco più di 8 m. Powell si ritirò definitivamente dopo aver fallito l’obiettivo che si era prefissato. Nel 2013 Mike Powell rilasciò un’intervista nella quale parlò del famoso Mondiale di Tokyo del 1991, dell’amicizia nata con il rivale Carl Lewis e del suo ruolo di psicologo e motivatore. “Eravamo affamati entrambi, io più di lui. Entrambi sapevamo di dover fare un miracolo: il record del mondo” affermò Mike. Lewis era sì il più grande lunghista di tutti i tempi ma in cuor suo Powell sapeva di riuscire a batterlo. E ciò che avvenne quel giorno ai mondiali di Tokyo del 1991 fu che dalla pedana uscirono due miracoli, prima quello di Lewis, poi quello di Powell, due record del mondo, ma quello di Mike era un miracolo più lungo di quattro centimetri. Parlando del rivale lo definì come la leggenda vivente del salto in lungo e Powell non poteva misurarsi con lui. “Come si poteva avvicinarlo senza creare, anche involontariamente, un attrito?”- replica Mike- “quando qualcuno gli si avvicinava lui ruggiva, era molto pieno di sé. Forse quella sconfitta lo svegliò da quel torpore in cui viveva, dove si sentiva intoccabile, almeno nel lungo. Mentre se io avessi perso sarei rimasto esattamente ciò che ero: ossia me stesso.” Powell e Lewis sono diventati amici in seguito ai loro mondiali, lo sono ancora adesso e spesso si sentono e si confrontano per cercare di migliorare l’atletica americana. Powell affermò che per lui non era rilevante restare nella storia per il salto più lungo di un Mondiale. “Preferisco restare come insegnante di atletica e, spero, di vita” –replica Mike- “e nei sogni vorrei essere io ad allenare colui che batterà il mio record”. Alla domanda “Che cos’è per te saltare in lungo?” Powell rispose: “E’ un gesto logorante e meraviglioso, traumatico e perfetto. Negli anni sovietici s’insegnò la tecnica, si costruivano atleti potenti, con glutei esplosivi. Poi si è cominciato a pensare alla velocità di entrata, dimenticando la tecnica. Io sono per curare molto la velocità, e sulla velocità acquisita lavorare con la tecnica. Ai ragazzi dico: Veloce, devi entrare veloce altrimenti non decolli! Debbono essere aggressivi, ma con i tempi giusti”.
Palmares
Il suo medagliere olimpico annovera due medaglie d’oro ai Mondiali di Tokyo 1991 e Stoccarda 1993, due medaglie d’argento ai Giochi Olimpici di Seul 1988 e Barcellona 1992 (in entrambi i casi è stato preceduto dal suo storico rivale Carl Lewis), una medaglia di bronzo ai Mondiali di Göteborg 1995.
Soprannome
“il folletto di Philadelphia”