[vc_row][vc_column][vc_column_text]Nedo Nadi 

Nedo Nadi nasce a Livorno il 9 giugno 1894, lui e suo fratello minore Aldo furono avvicinati alla scherma fin da piccoli dal padre, un maestro d’armi molto conosciuto ai suoi tempi, il quale li allenò con durezza al pari degli altri allievi della propria scuola. Nella sua palestra i due ragazzi si allenavano con il fioretto e la sciabola, la spada invece era proibita, perché il padre la riteneva un’arma indisciplinata.

Carriera

Nedo, però appassionato della spada si allenava altrove, di nascosto. Il padre era molto sicuro di suo figlio, tanto che dichiarò che avrebbe vinto tutto ciò che si poteva vincere nella scherma, e che quando Nedo si sarebbe stancato sarebbe stato sostituito dal fratello minore. La sua profezia non risultò essere andata lontano dalla verità. La prima importante vittoria di Nedo fu a Vienna dove vinse il torneo dell’imperatore. Partecipò alla sua prima Olimpiade ad appena diciott’anni, a Stoccolma nel 1912, ed ottenne subito il primo successo olimpico, l’oro nel fioretto individuale. Terminata la guerra, nel 1920, partecipò alle Olimpiadi di Anversa (dove fu portabandiera della spedizione azzurra e capitano della squadra italiana di scherma). Compì una grande impresa: divenne campione olimpico in tutte e tre le armi nella stessa edizione dei Giochi, vinse l’oro a squadre nella spada, ed entrambi gli ori (individuale e a squadre) sia nel fioretto che nella sciabola, mancò solo l’oro individuale nella spada, a causa di problemi fisici che lo costrinsero ad abbandonare il torneo, dimostrandosi uno dei principali protagonisti di quell’Olimpiade, assieme al fratello Aldo. Dopo quelle Olimpiadi Nedo si trasferì in Argentina allenando e gareggiando per un Club locale. Rientrato in Italia, si sposò e riprese a praticare la scherma dimostrando ancora la sua bravura di schermitore vincendo il Campionato del Mondo dei Maestri di Scherma. Venne nominato commissario tecnico della squadra azzurra alle Olimpiadi di Los Angeles e divenne presidente della Federazione Italiana Scherma, incarico che mantenne fino alla sua morte. Sotto la sua presidenza, l’Italia conquistò varie medaglie. Fu anche giornalista sportivo.

Curiosità

Non ci si può dimenticare, parlando di un campione della scherma di quell’ epoca, che ancora erano in uso duelli veri e pericolosi, per le cosiddette questioni d’ onore. Si stenta e credere che qualcuno sia stato così stupido da sfidare sul serio uno come Nedo Nadi. Eppure, accadde. Fu un giornalista ad avere la sciagurata idea di accettare un duello alla sciabola con Nadi, era uno di quei giornalisti che amano provocare, sconfinando spesso dalla critica all’insulto bastò poco a Nadi per prevalere dopo una manciata di minuti, affondò un colpo, e la punta della sciabola entrò nell’addome dell’avversario. L’ incauto giornalista si accasciò a terra e Nadi si mise le mani sulla faccia, sopraffatto dall’orrore per ciò che aveva fatto. Per fortuna, si trattò di una ferita di striscio. A salvare la vita al giornalista, fu un bottone, o la fibbia della cintura, che deviò l’affondo, altrimenti mortale, dell’avversario troppo più forte di lui. Nedo Nadi morì all’età di soli quarantasei anni, stroncato da un ictus. Da molti schermidori, era ed ancora oggi è considerato il più grande schermidore di tutti i tempi.

Da Wikisport.eu, enciclopedia mondiale dello sport a cura di Daniele Masala, giornalista e campione olimpico.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]