[vc_row][vc_column][vc_column_text]Stefan Bengt Edberg nasce a Västervik, in Svezia, il 19 gennaio 1966, è un ex tennista svedese e attuale coach di tennis.
Carriera
Stefan muove i suoi primi passi tennistici a partire dalla categoria giovanile under 18, e nel 1982, dopo aver vinto il torneo dell’Avvenire, inizia a farsi conoscere nel circuito.
L’anno successivo, a soli 17 anni, realizza il Grand Slam juniores, vincendo rispettivamente gli Australian Open, il Roland Garros, Wimbledon e gli U.S. Open, diventando l’unico giocatore nella storia ad ottenere un traguardo simile.
Dati i risultati ottenuti, nello stesso anno decide di passare al professionismo, e raggiunge il primo successo al torneo ATP di Milano, battendo in finale il proprio connazionale MatsWilander.
Poco dopo nel 1984, partecipa alle Olimpiadi di Los Angeles, in cui il tennis era ancora solo uno sport dimostrativo, riuscendo a regalare l’oro alla Svezia, sbaragliando completamente i suoi avversari.
Tuttavia sono le rispettive vittorie del 1988 e 1990 a Wimbledon, a conferire allo svedese la gloria tennistica. Infatti in entrambe le finali ha affrontato il suo più grande avversario, Boris Becker, che gli riuscì a strappargli il titolo nell’edizione del ’99. Le finali di queste tre edizioni sono considerate dagli appassionati, tra le più belle ed entusiasmanti partite della storia di questo sport. Oltre a questi due exploit sui campi in erba inglesi, non mancano nel palmarès del tennista altri quattro Slam, di cui due Australian Open e due U.S. Open.
L’unico Slam in cui Edberg non riuscì mai a trionfare fu il Roland Garros, nonostante nel 1989 raggiunse la finale, ma venne travolto dal diciassettenne Micheal Chang, dopo aver sprecato ben 10 palle break.
Possiamo dire con certezza che il 1990/1991 fu il periodo di massima forma fisica e tecnica del tennista, in cui riuscì ad esprimere il suo miglior tennis.
Dal 1992 in poi Edberg, forse ormai appagato dalle vittorie ottenute, non riesce a confermare i propri titoli, ed inizia un graduale e inevitabile calo che lo fa scendere dalla prima alla cinquantaquattresima posizione.
Ritrova a sprazzi il suo vero tennis, forse spinto dalla voglia di vendetta con i suoi più noti avversari quali Cash, Chang, Becker ecc. e riesce a tornare alla 14° posizione. Tuttavia nel ’96 annuncia il suo ultimo anno di partecipazione nel tour professionistico, e quindi, il suo prossimo ritiro.
Tecnica e stile di gioco
Edberg fece il suo esordio nel tennis durante il periodo della Swedish Invasion, ossia l’invasione di atleti e campioni provenienti dalla Svezia sulle orme di Bjorn Borg, tra cui i più noti Wilander, Nystrom, Svensson, Jarryd ecc.
Ciò nonostante, Edberg riuscì a distaccarsi dai canoni della scuola tennistica svedese e divenne l’ultimo e forse più grande giocatore di serve and volley, a partire dal dopoguerra.
Il maestro Percy Rosberg fu fondamentale per il suo sviluppo tecnico, e lo indusse fin da piccolo ad abbandonare il rovescio bimane, divenuto un must della scuola svedese, per approcciarsi ad un classico rovescio ad una mano, che divenne poi il suo marchio di fabbrica, utilizzato da fondo campo per efficaci passanti e colpi d’approccio, e a rete per una perfetta volèè di chiusura.
Tutto questo era ovviamente supportato da un fantastico servizio, non forte e devastante come quello dei suoi antagonisti, ma preciso ed efficace.
Il tennista infatti, grazie ad una particolare torsione del busto, era in grado di conferire alla palla un effetto incontrollabile che non solo disturbava l’avversario, il quale non era in grado di rispondere con efficacia al servizio, ma in più proiettava il tennista a rete, dandogli il tempo necessario di scendere e chiudere il punto con un efficace volèè o smash.
Ottenne difatti il titolo di miglior volèè del circuito.
Edberg inoltre era dotato di una straordinaria sensibilità e uno spiccatissimo senso della posizione, e grazie all’elasticità delle caviglie, delle ginocchia, ai piccoli passi ad alta frequenza, era in grado di mantenere sempre la migliore aderenza al suolo e l’equilibrio del corpo. Infine, ciò che più di ogni altra cosa distingueva il tennista svedese dagli altri giocatori era il costante fair-play e la massima signorilità della condotta.
Non si lasciò mai andare ad imprecazioni, proteste veementi o gesti irriguardosi, l unico gesto che si concedeva era un pugno di auto-incitamento.
Non a caso vinse per ben cinque anni il premio sportività dell’ATP che gli veniva conferito dai suoi stessi colleghi/avversari, e che anni dopo gli venne intitolato.
Vita attuale
Il 18 aprile del 1992 Stefan Edberg si è sposato con Annette Olsen, una modella svedese, con la quale ha avuto due figli. Oggi l’ex campione conduce una vita tranquilla in Svezia ed è direttore di una società di management e proprietario di una foresta che vende materiale all’industria della carta. A partire dal 27 dicembre 2013, Edberg è diventato ufficialmente il coach del tennista svizzero Roger Federer, considerato il più grande giocatore nella storia di questo sport.
“Mentre gli altri giocano a tennis, Edberg, a mio avviso, è sempre stato Il Tennis.” (Carmelo Bene).
Da Wikisport.eu, enciclopedia mondiale dello sport a cura di Daniele Masala, giornalista e campione olimpico
(Fonte foto: Sportskeeda.com) [/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]