Stefano Tacconi (Perugia, 13 maggio 1957) è un ex calciatore italiano di ruolo portiere. Tacconi è stato un estremo difensore capace di esaltarsi durante le partite decisive, dato il suo grande vigore atletico che lo rese uno dei migliori portieri del suo periodo.
La carriera
Stefano Tacconi è cresciuto nelle giovanili dello Spoleto, successivamente passò al settore giovanile dell’Inter, per poi tornare in prestito allo Spoleto dove giocò da titolare il campionato di Serie D 1976-1977. Nella stagione seguente si trasferì ancora una volta in prestito alla Pro Patria in Serie C, dove fece solo 7 presenze a causa di una frattura all’ulna.
La stagione successiva venne mandato in prestito al Livorno dove giocò titolare. L’Inter decise di non puntare su di lui e così Tacconi passa a titolo definitivo alla Sambenedettese, squadra militante in Serie B. Non fu una stagione fortunata dato che la stagione terminò con la retrocessione della squadra marchigiana.
Le sue prestazioni convinsero tuttavia l’Avellino che decise di acquistarlo e che lo fece esordire in Serie A nella stagione 1980-1981. Rimase in Irpinia per tre anni.
Nell’estate 1983 venne acquistato dalla Juventus dove vinse il ballottaggio con Luciano Bodini per sostituire Dino Zoff, il quale inizialmente gli fece da preparatore. L’impatto con l’ambiente juventino fu molto positivo, infatti contribuì nel 1984 alla conquista del “double” con la vittoria di Serie A e Coppa delle Coppe. Tuttavia, nella seconda stagione a causa di frizioni con la società, il tecnico Giovanni Trapattoni lo lasciò in panchina per gran parte della stagione. Tacconi ritrovò la titolarità solo a fine stagione, in occasione della vittoriosa finale di Coppa dei Campioni a Bruxelles nella notte dell’Heysel. Divenuto titolare fisso, rimase alla Juventus per altre nove stagioni dove diventò anche capitano. Durante questi nove anni vinse in ambito nazionale un altro scudetto nel 1985-1986 e la Coppa Italia nel 1989-1990. A livello internazionale ebbe invece modo di inanellare affermazioni in cinque delle sei competizioni per club riconosciute dall’UEFA, stabilendo così il record per un portiere, oltre alle già citate Coppa delle Coppe e Coppa dei Campioni, vinse anche la Supercoppa Uefa 1984, la Coppa Intercontinentale 1985 e infine la Coppa Uefa 1989-1990.
Con l’arrivo dell’emergente Angelo Peruzzi, Tacconi lasciò la Juventus al termine della stagione 1991-1992, a 35 anni. Lo acquistò il Genoa militante sempre in Serie A.
La sua esperienza con i liguri finì bruscamente nel Dicembre 1994 con la rescissione contrattuale e il ritiro dall’attività agonistica. Il 22 Agosto 2008, superati i cinquant’anni di età, tornò brevemente a giocare in Prima Categoria con l’Arquata, con la quale ottenne l’approdo nel campionato di Promozione.
Con la nazionale italiana fu il portiere titolare della nazionale olimpica di fine anni ‘80, guidata da Dino Zoff, che prese parte ai giochi di Seul 1988 chiusi al quarto posto.
Con la nazionale maggiore a suo malgrado non riuscì mai a raccogliere l’eredità di Dino Zoff, scendendo in campo solo in partite amichevoli (7 presenze e 2 gol subiti).
Disputò gli Europei 1988 in Germania Ovest come riserva di Walter Zenga e al Campionato del mondo 1990 conclusosi con il terzo posto degli azzurri.
Dopo la carriera
Conclusa la carriera di calciatore, Tacconi tentò di entrare in politica. Nel 1999 si candidò alle elezioni europee con Alleanza Nazionale, ma non fu eletto. Attualmente è saltuariamente ospite come opinionista in varie trasmissioni sportive nazionali e dopo aver conseguito il diploma di cucina è diventato imprenditore nel campo della ristorazione.
Altra curiosità, al cinema, nel 1990 interpretò a scopo benefico il mediometraggio autobiografico “Ho parato la luna” di Ornella Barreca; il ruolo di Tacconi da giovane fu ricoperto dall’allora diciannovenne Davide Micillo, al tempo terzo portiere della Juventus. Nel 2008 partecipò in un cameo alla pellicola Amore, bugie & calcetto di Luca Lucini, interpretando se stesso assieme ad altri ex calciatori.
Da Wikisport.eu, enciclopedia mondiale dello sport a cura di Daniele Masala, giornalista e campione olimpico