Ayrton Senna da Silva nasce il 21 marzo del 1960 a Santana, un quartiere residenziale nella parte settentrionale di San Paolo, Brasile. Le condizioni economiche della sua famiglia erano agiate e di certo superiori rispetto alle medie del paese. Senna durante la sua vita avrebbe più volte sottolineato l’importanza di questo aspetto, ammettendo come le possibilità economiche insieme all’unione e alla serenità della sua famiglia lo avrebbero più volte aiutato nei primi anni della propria carriera.
La carriera
Da piccolo Ayrton era un bambino un po’ impacciato ed i medici gli avevano diagnosticato problemi di coordinamento motorio. Fu nel 1964 che il padre Milton da Silva, proprietario terriero ed uomo d’affari, trovò la soluzione ai problemi del figlio. Notando nel piccolo una grande attrazione verso le automobili, sfruttò uno dei suoi tanti possedimenti, una fabbrica di componenti per vetture, per costruire artigianalmente un kart da regalare ad Ayrton per il suo quarto compleanno. Per lui fu la svolta: quel bambino timido e chiuso una volta al volante si trasformava e diventava concentrato e sicuro.
La sua prima gara amatoriale la fa su un circuito vicino casa, aveva solo otto anni ed era il più piccolo dei partecipanti; in occasione del suo decimo anniversario, suo padre gli regala un vero kart da competizione. La sua prima vera gara avviene sulla pista per kart adiacente al circuito di Interlagos, a San Paolo, la sua città. Nel 1977 Ayrton vince il Campionato Kart Sudamericano e si ripete l’anno successivo. Nel 1978 partecipa al Campionato del Mondo di kart, che si svolge su una singola gara a Le Mans, dove si classifica sesto, risultato sorprendente per un pilota con così poca esperienza alle spalle. L’ anno seguente, ai Campionati del Mondo, che si svolgono all’Estoril, si classifica secondo, così come nel 1980, a Nivelles in Belgio. Nel 1981 in Inghilterra corre in Formula Ford 1600cc nel team Van Diemen di Ralph Firman. Sposato con Liliane Vasconcelos, va ad abitare in un appartamento in affitto vicino a Snetterton e si adatta velocemente alle macchine 1600cc. Le gare si svolgono ogni fine settimana ed a Brands Hatch Ayrton debutta arrivando ottavo. Una settimana dopo, a Thruxton, arriva terzo.
Quell’anno ci sono tre campionati paralleli e lui partecipa a due di questi e torna presto a Brands Hatch. Van Diemen nota il potenziale nel suo giovane pilota e gli assegna una nuova vettura con la quale arriva puntuale la prima pole. Questo primo anno in Inghilterra lo vede vincere entrambi i campionati nei quali corre.
Ayrton si trova ora ad un bivio nella sua vita dal momento che per correre ha bisogno di nuovi sponsor. Il problema è complesso dal momento che le sponsorizzazioni dal suo paese vanno principalmente ai tanti piloti brasiliani che corrono nelle formule superiori. Frustrato, Ayrton annuncia il suo ritiro: torna quindi in Brasile dove lavora aiutando il padre nei suoi affari. Ma dopo quattro mesi il fuoco che gli brucia dentro gli fa prendere la decisione di ritornare nel mondo delle corse. La moglie sa che la nuova vita di Ayrton sarà fatta di sacrifici e rinunce e decidono di separarsi di comune accordo.
Suo padre gli fornisce una sponsorizzazione in aggiunta a quella di una banca brasiliana per poter gareggiare un altro anno. Scelta azzeccata! Nel 1982 vince 22 gare ed il campionato. La tappa successiva è la Formula 3, anticamera della Formula Uno. Nel 1983 Senna parte favorito nel Campionato di Formula 3 in Inghilterra, alla pari con la grande speranza dell’ automobilismo britannico, Martin Brundle. Senna domina le prime nove gare, per poi aggiudicarsi il Campionato all’ ultima gara a Truxton. Quell’ anno si aggiudica anche il titolo Mondiale di Formula 3, vincendo il Gran Premio di Macao, dove vi sono in lizza i migliori piloti della categoria. I contatti con i team di Formula 1 diventano a questo punto una realtà. Senna sarebbe dovuto passare alla Brabham, ma è impossibile visto il veto di Nelson Piquet ad avere un compagno di squadra brasiliano come lui. Si fa avanti allora la Toleman, che gli propone un contratto triennale. Ovviamente Ayrton non può rifiutare, e nel 1984 debutta in Formula 1 al Gran Premio del Brasile, che si svolge sul circuito di Rio de Janeiro del Jacarepaguà. Non è una gara fortunata, infatti deve ritirarsi al nono giro per la rottura del turbo. Senna si rende immediatamente conto dell’ estrema difficoltà nel gareggiare in Formula 1 senza avere una macchina competitiva, per cui moltiplica i suoi sforzi per cercare di imporsi sugli avversari. La gara che lo consacra campione, si svolge a Monaco e Senna si qualifica molto indietro in tredicesima posizione. Il tempo cambia e minaccia di piovere; Senna capisce che gli si sta offrendo la prima vera opportunità. La pioggia, come accade sempre nelle gare, livella le prestazioni ed al settimo giro Senna è in sesta posizione. Le condizioni della pista esaltano il brasiliano che recupera giro dopo giro fino ad arrivare a ridosso del leader della corsa, Prost, ma la corsa viene inspiegabilmente interrotta, togliendo ad Ayrton un meritato successo. La leggenda è iniziata, Ayrton è Il “mago della pioggia”.
L’anno seguente, il 1985, Senna si accorda con la Lotus, sperando di poter lottare sia per la vittoria nei singoli Gran Premi, che per la vittoria finale nel Campionato. La prima vittoria avviene il 21 Aprile 1985 al Gran Premio del Portogallo, seguita subito dalla vittoria nel Gran Premio del Belgio. Dopo tre stagioni e sei Gran Premi vinti, Ayrton Senna cambia scuderia, passando alla McLaren motorizzata Honda. Diventa il compagno di squadra di Alain Prost, il quale è molto contento di avere il brasiliano come compagno di squadra.
Senna vince il Campionato del Mondo, dominandolo letteralmente, vincendo 8 gare. I rapporti con Prost iniziano a peggiorare, fino al punto che i due non si parlano più. La rottura definitiva avviene nel Gran Premio del Giappone del 1989, dove i due arrivano per contendersi il titolo. Vi è un contatto “sospetto” che consegna il titolo a Prost. Senna non digerisce questo episodio e i due arrivarono ai ferri corti. Alain Prost decise allora di passare alla Ferrari, così che Senna cambia compagno di squadra. McLaren gli affianca Gerhard Berger, proveniente proprio dalla scuderia di Maranello, con cui stringe una profonda amicizia. Nel 1990 Senna vendica l’affronto subito da Prost l’anno prima. Infatti, ancora una volta al Gran Premio del Giappone, i due arrivano a contendersi il titolo. Ancora una volta è un contatto a decidere la vittoria nel Campionato del Mondo. A spuntarla stavolta è Senna, che poi si ripete in modo netto e pulito l’anno seguente.
Nel 1991 Senna vince il suo terzo e ultimo Titolo Mondiale. Inizia però il declino della McLaren che perde i motori Honda e si deve accontentare dei meno potenti Cosworth. Rimane solo il talento di Senna che, nel 1993, disputa la sua migliore stagione. Con una vettura decisamente poco competitiva, riesce a vincere cinque gare ed è il protagonista di una gara che rimarrà per sempre nella storia delle corse. A Donnington Ayrton parte dalla quinta posizione e in meno di un giro, supera tutti gli avversari involandosi verso una vittoria leggendaria. Dopo questa gara il grande Stirling Moss disse: “Ayrton Senna è il pilota più grande che io abbia mai visto, l’unico in grado di competere con Fangio e Clark.” La Williams adesso è diventata la migliore squadra del Campionato di Formula 1 e Senna si rende conto di questo, infatti decide di passare alla Williams nel 1994, per tentare l’assalto al quarto titolo mondiale da lui tanto agognato.
L’incidente mortale
La nuova stagione, iniziata con le migliori premesse per Senna, finisce quasi subito, ad Imola, dove, in un tragico incidente, perde la vita. Il mondo della Formula Uno era già in lutto per la morte del giovane pilota austriaco Roland Ratzeberger e per il terribile incidente di Rubens Barrichello, entrambi avvenuti durante le prove. Questa tragedia finale segnerà la Formula Uno per molti anni. Senna porta via con sé un talento che sembrava illimitato ed una incredibile voglia di vincere. Sulla pista era molto belligerante ma al di fuori era una persona generosa con un carattere premuroso e sensibile.
La vita privata
Dell’Ayrton Senna Uomo, si sa molto poco, non che sia difficile parlare con il brasiliano, ma piuttosto la lontananza dai suoi amici più cari e soprattutto dalla famiglia, a causa della stagione di Formula 1, faceva sì che Senna passasse i tre mesi di vacanza in tutta tranquillità accanto ad amici e accanto alla famiglia. Bisognava tuttavia dire che Senna durante quei mesi si preparava, dal punto di vista fisico, anche per la successiva stagione di Formula 1, seguendo assieme ad un preparatore atletico un intenso programma di allenamento. Lontano dalla capitale, Ayrton aveva acquistato una villa ad Angra dos Reis, ed era diventata la sua seconda casa, oltre a quella, grandiosa, che già aveva a San Paolo. In questa nuova oasi Ayrton- come diceva lui stesso- “riequlibrava, a contatto con la natura, il corpo, la mente e i pensieri”. I luoghi del riposo, quindi ci consegnano uno sportivo vero anche fuori dalla pista. Di fisico gracile, Senna potenziava il suo fisico dedicando parecchio tempo alla corsa, circa venti km. al giorno, e al potenziamento muscolare in palestra, per rafforzare i muscoli delle braccia, delle spalle, e la schiena, le parti che durante un gran premio sono soggette a stress. Un lavoro che assorbe parecchie ore della giornata, ma che Ayrton considera indispensabile come lui stesso afferma: “Costa sacrificio, ma serve”. Questi brevi anni quando Ayrton Senna, Mansell, Prost e Piquet si battevano con le unghie e con i denti per stare ognuno davanti all’altro, sembrano ora così lontani, probabilmente, non torneranno più. Per il suo carattere Ayrton è sempre stato attaccato soprattutto da quei piloti che si sentivano minacciati dal suo talento. Primo fra tutti Piquet che non perdeva occasione per gettare fango sul suo nome, Prost che, spalleggiato dalla federazione, lo riteneva un pilota pericoloso. Lo hanno spesso umiliato, preso in giro per le sue professioni religiose e per le sue presunte abitudini sessuali, lo hanno incolpato di nefandezze varie e di sconfitte clamorose, lo hanno definito “scorretto, sleale, spregiudicato, mistico”. Era invece semplicemente il migliore di tutti. Un casco giallo e verde, i colori del suo Brasile, e un istinto per la velocità che aveva qualcosa di soprannaturale. E se il mito – perché di mito autentico si tratta – è un modo per raggiungere l’immortalità, c’è un altro aspetto della figura del campione brasiliano che continua a vivere con febbrile attività. Si tratta della Fondazione Ayrton Senna, organizzazione senza fini di lucro che opera allo scopo di aiutare i bambini e gli adolescenti brasiliani che vivono nella povertà. Legatissimo al suo Paese, benestante di famiglia e sportivo profumatamente pagato, in modo assolutamente riservato Senna ha sempre contribuito attivamente alle iniziative tese ad aiutare i propri concittadini meno fortunati e in particolare i bambini delle favelas, simbolo terribile di un paese ricco di contrasti, che oggi come ieri vede una parte significativa della popolazione vivere in assoluta povertà.
Curiosità
Pochi mesi prima di morire Senna da Silva Ayrton, aveva confidato alla sorella Viviane l’intenzione di istituzionalizzare questo impegno per i bambini brasiliani, convinto di raggiungere in questo modo risultati più significativi. Imola arrivò troppo presto perché Senna potesse concretizzare il suo progetto, ma il seme era stato gettato e così poco dopo la sua morte nacque la Fondazione Ayrton Senna, gestita dalla famiglia del campione e finanziata con i proventi dei diritti di utilizzo dei marchi Senna e Senninha (“il piccolo Senna”, un personaggio di fantasia molto noto in Brasile) e delle immagini di Ayrton, oltre che con le donazioni provenienti da ogni parte del mondo. A tutt’oggi la Fondazione ha assistito oltre 2.050.000 bambini brasiliani, con programmi relativi alla nutrizione, alla cura della loro salute e all’istruzione, senza trascurare le arti e lo sport. Per il futuro, inoltre, la Fondazione intende intensificare ulteriormente i propri sforzi, per esaudire un desiderio espresso in più occasioni da Senna: “Dovremmo poter dare a tutti almeno una possibilità.
Da Wikisport.eu, enciclopedia mondiale dello sport a cura di Daniele Masala – giornalista e campione olimpico
Fonte foto: Radio Montecarlo