[vc_row][vc_column][vc_column_text]Carlo Airoldi soprannominato “l’eroe italiano” è stato un podista e maratoneta italiano ed è il chiaro esempio di come l’amore per lo sport possa in qualche modo spingere un atleta a compiere delle imprese importanti e non solo. Nato a Origgio il 21 settembre 1869 da una famiglia contadina, praticava anche altri sport quali sollevamento pesi e lotta. Era inoltre operaio in una famosa fabbrica di cioccolato.
Carriera
Carlo cominciò a gareggiare in competizioni di piccolo spessore nel territorio di Varese (Gorla 1891) per poi in gare internazionali. Trionfò nel 1892 nella Lecco-Milano e successivamente nella Milano-Torino che lo portarono ben presto a diventare uno dei più grandi fondisti della sua epoca. Nel 1895 trionfò nella Milano-Barcellona, una gara di marcia in dodici tappe, la quale lo portò a scontrarsi con il suo maggior rivale del tempo, il marsigliese Louis Ortègue. Nell’ultima tappa della corsa si assiste ad un gesto di grande sportività da parte di Airoldi; Carlo era a circa un chilometro dal traguardo quando riuscì a superare un ormai stremato Ortègue ma a pochi metri dalla fine, voltatosi per controllare il distacco tra lui e il francese, vide Louis a terra. A questo punto tornò indietro, si caricò sulle spalle il suo avversario e tagliò per primo il traguardo urlando alla giuria “Io sono primo, l’avversario è con me ed è secondo”.
Nel novembre del 1895, sfidò Buffalo Bill che in quei giorni era in Italia in una gara di 500 km ma quest’ultimo rifiutò in quanto pretendeva di avere a disposizione due cavalli.
Ma è nel 1896 che Carlo compie la sua più grande impresa, in occasione delle prime Olimpiadi moderne tenutesi ad Atene e alle quali voleva partecipare a tutti i costi. Egli non aveva abbastanza denaro per arrivare ad Atene così decise di intraprenderlo a piedi in un mese. Decise inoltre di farsi sostenere da un giornale sportivo milanese “La Bicicletta” al quale promise l’aggiornamento riguardo la propria avventura. Il viaggio fu ricco di intemperie nel quale Carlo rischiò anche la vita imbattendosi non solo in gruppi di briganti, ma anche rischiando di essere linciato, dopo aver battuto in una corsa il campione di Spalato sotto consiglio di un veneto conosciuto sul posto, da dei scommettitori slavi furiosi. Il viaggio divenne più agevole quando Carlo, grazie al piroscafo del Lloyd austriaco, sbarcò a Patrasso e da qui raggiungere Atene in tranquillità. Arrivò giusto in tempo per l’inizio dei giochi ma la sua fama lo precedette in quanto, arrivato a Palazzo Reale per l’iscrizione, venne alla luce il premio in denaro ricevuto grazie alla Milano-Barcellona che comportò l’accusa di professionismo e la negativa autorizzazione a partecipare alla maratona da parte del comitato olimpico il cui presidente era il principe Costantino. Airoldi tentò lo stesso di correre la maratona ma tuttavia venne fermato da un giudice prima del traguardo e portato per una notte in carcere. Al ritorno in patria Carlo tentò di battere vari record e vincere delle gare senza risultato. Tuttavia continuò a correre in Lombardia. Il 26 luglio 1896 corse la Melide-Lugano ma a pochi metri dal traguardo dovette cedere la terza posizione al dodicenne Luigi Lonardini. Airoldi non ebbe particolare fortuna in questo periodo e non trasse nessun beneficio dalla rivalità nata con un nuovo corridore, Gamba. I due si sfidarono per battere il record di Radaelli, il quale aveva percorso il tratto Milano-Cernobbio-Punta Villa Pizzo-Milano in 12 ore. Airoldi nonostante la sua tenacia ne uscì sconfitto fermandosi, secondo la testimonianza di alcuni ciclisti, a 30 km dal traguardo.
Nel 1898 prima di trasferirsi in Svizzera ricevette dalla società Libertas Torino, per la quale era tesserato, la fascia d’onore che venne esposta per alcune settimane nella vetrina di un negozio in piazza Carlo Felice. Nel 1899 partecipò alla Parigi-Marsiglia e nel 16 settembre 1900 vinse la Friburgo-Berna.
In seguito si trasferì a Milano e poi in America Latina per cercare fortuna. Rientrò in Italia nel 1902 e rimase nel mondo dello sport come organizzatore di gare e dirigente di società sportive, l’ultima delle quali fu il club “La Veloce” di Legnano.
Carlo morì il 10 giugno 1929 per complicanze di diabete.
Da Wikisport.eu, enciclopedia dello sport a cura di Daniele Masala, campione olimpico e giornalista sportivo
FonteFoto: Sport Memory.it[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]