Gian Piero Galeazzi nasce a Roma il 18 maggio 1946 ed ivi deceduto il 12 novembre 2021, dopo una lunga malattia. È stato canottiere, giornalista e telecronista sportivo. Alto, 192 cm, una mole che gli è valsa il soprannome di “Bisteccone”. Di origini Piemontesi e Marchigiane si laureò in Economia e successivamente lavorò per qualche mese nell’ufficio marketing e pubblicità della FIAT a Torino. Si sposò con Laura, ma su di lei non si sa molto altro. Nacquero 2 figli, Gianluca e Susanna, quest’ultima ha seguito le orme paterne ed è giornalista.

Carriera sportiva

Fu professionista nel canottaggio: vinse il Campionato Italiano nel singolo nel 1967 (che gli valse la medaglia di bronzo al valore atletico) e nel doppio con Giuliano Spingardi nel 1968. Nello stesso anno partecipò alle selezioni per le Olimpiadi del 1968 a Città del Messico. Concluse la sua carriera sportiva nel 1976.

Carriera giornalista e televisiva

Non ancora abbandonata la carriera sportiva, fu assunto dalla Rai come giornalista sportivo. Fu subito inviato alle Olimpiadi del 1972 a Monaco di Baviera; effettuò la sua prima radio-cronaca nella sua disciplina, il canottaggio. Con l’arrivo di Emilio Rossi alla direzione del TG1 passò in TV e oltre ad alcune conduzioni del telegiornale, le prime trasmissioni sportive furono alla “Domenica Sportiva” e come curatore di “Mercoledì Sport”. Fu assegnato alla telecronaca del Tennis e del Canottaggio, dal quale ha seguito le principali competizioni, tra cui sei edizioni dei Giochi Olimpici fino ad Atene del 2004. Memorabili le sue telecronache in occasione delle medaglie d’oro nel canottaggio di Giuseppe e Carmine Abbagnale alle Olimpiadi di Seul del 1988 e di Antonio Rossi e Beniamino Bonomi a Sydney del 2000.

Curiosità

Il suo impareggiabile risultato è di aver reso popolare il canottaggio. Aver inchiodato centinaia di Italiani davanti al televisore per uno sport ancora non valorizzato. Galeazzi le gare di canottaggio non le raccontava: le viveva. Non è semplice stabilire se si guardava le gare per lo sport in sé stesso o per le sue telecronache; era un tutt’uno. La sua telecronaca aveva nella spontaneità il suo segreto, ed era una spontaneità di radice nazional popolare, molto romana. Sapeva alzare il tono di voce e abbassarlo, secondo la necessità: sapeva non disturbare la concentrazione del campione, pur stando a stretto contatto. Galeazzi è stato anche altro, in radio e non: con Pippo Baudo a un festival di Sanremo, con Mara Venier a “Domenica In”, ha perfino prestato la voce cinematografica a Mr Swackhammer, l’antagonista in “Space Jam”.

Da Wikisport.eu, enciclopedia mondiale dello sport a cura di Daniele Masala – giornalista e campione olimpionico 

(Fonte foto: La città di Salerno)