[vc_row][vc_column][vc_column_text]

Tazio Nuvolari è stato un grande pilota di moto prima e di auto poi. Ha partecipato a ben 353 competizioni, 124 in motocicletta e 229 in automobile, conquistando 105 vittorie assolute e 77 di classe e facendo registrare per 100 volte il giro più veloce. E’ stato 7 volte campione italiano ed ha conquistato 5 primati internazionali di velocità, stabilendo nel 1935 il record dei 330,275 kilometri orari. E’ stato anche coinvolto in numerosi gravi incidenti, riportando ferite e fratture in tutto il corpo. Ha rischiato di morire bruciato vivo nel rogo della sua macchina o di rimanere schiacciato dal peso della vettura. Ma nulla lo ha mai fermato. Le sue imprese hanno fatto di lui una leggenda. Lo hanno chiamato in mille modi: “Figlio del diavolo” , “Figlio del vento “, “Moschettiere del rischio” , “Mantovano volante” , “Nivola” , “Campionissimo” , “Asso” , “Maestro” . Enzo Ferrari lo considerava “il più grande di tutti”. Gli sono stati dedicati libri, poesie, canzoni e anche vie, piazze e persino tre monumenti: a Mantova, a Castel d’Ario e a Roma. A più di 50 anni dalla sua scomparsa l’emozione che ancora suscita il suo nome è rimasta immutata. Per tutti questi motivi ho deciso di raccontare la sua storia.

La carriera

Tazio Giorgio Nuvolari nasce a Castel d’Ario, in provincia di Mantova, il 16 novembre 1892. E’ il quarto figlio di Arturo Nuvolari, agricoltore non ricchissimo ma benestante. Ragazzo vivacissimo e poco incline allo studio ma attratto dal dinamismo delle discipline sportive. Il padre è un ciclista affermato ma l’ammirazione del ragazzo va allo zio, Giuseppe Nuvolari, il quale è addirittura un asso: più volte campione italiano, si cimenta con successo anche all’estero nella velocità su pista e nelle primissime gare di mezzofondo dietro motori. All’età di undici anni Tazio assiste per la prima volta a una corsa automobilistica, il Circuito di Brescia, e rimane fortemente impressionato e affascinato dallo spettacolo della velocità. La sua passione cresce ancor di più quando lo zio Giuseppe lo fa sedere in sella a una motocicletta e gli insegna a guidarla. Durante la prima guerra mondiale viene impiegato come autiere nel Servizio Automobilistico dell’ Esercito ed è proprio con un ufficiale che un giorno Tazio finisce fuori strada e riceve da questi un ammonimento storico: infatti gli consiglia di lasciar perdere l’automobile perché non fa per lui. Nel 1917 sposa Carolina Perina, dopo una classica fuitina e con una cerimonia civile; rito inconsueto all’epoca, considerato quasi scandaloso. Nel 1920, all’età di ventisette anni, chiede ed ottiene la licenza di pilota di moto da corsa ed il 20 giugno di quell’anno esordisce al Circuito Internazionale Motociclistico di Cremona. Invece la sua prima gara in auto la disputa il 20 marzo 1921 a Verona, nella quale ottiene la sua prima vittoria. È nel 1923 – ossia a trentun anni – che Tazio incomincia a correre con assiduità. Fra marzo e novembre prende la partenza 28 volte, 24 in moto e 4 in auto. Non è più, dunque, un gentleman driver, bensì un pilota professionista. In moto è la rivelazione dell’anno. L’attività motociclistica predomina anche nel 1924: 18 risultati, contro 5 in auto. Questi 5 sono tuttavia ottimi: c’è la sua prima vittoria assoluta (Circuito Golfo del Tigullio, 13 aprile) e ce ne sono quattro di classe. Ben presto incontra Enzo Ferrari (anch’egli pilota e non ancora fondatore della Ferrari) Nuvolari divenne molto rapidamente famoso in Italia, dove viene soprannominato “il campionissimo delle due ruote”. Anche il 1926 è interamente consacrato alla moto, la Bianchi 350, la leggendaria «Freccia Celeste» con la quale Tazio vince tutto ciò che c’è da vincere. Subisce anche tre incidenti, il primo dei quali sul circuito della Solitude, vicino a Stoccarda. Dopo un’uscita di pista a causa della nebbia, è raccolto privo di sensi, minaccia di commozione cerebrale, sospette fratture, choc traumatico. All’indomani sospetti e pericoli sono ridimensionati e Tazio riparte in treno per l’Italia. Nuvolari iniziò a cimentarsi anche nei Gran Premi di automobilismo, e vinse la prestigiosa Targa Florio, in Sicilia. Dopodiché, nell’inverno tra il 1927 e il 1928 decise di dedicarsi solamente alle autovetture. Fonda a Mantova la Scuderia Nuvolari, compra quattro Bugatti grand prix. L’11 marzo 1928 – nove giorni dopo la nascita del suo secondo figlio, Alberto – Tazio vince il G.P. di Tripoli: è questo il suo primo grande successo internazionale. Vince anche il Circuito del Pozzo, a Verona, battendo il grande Pietro Bordino. La sua fama crebbe ulteriormente e il famoso poeta Gabriele D’Annunzio, alla fine dell’aprile 1932, lo invita al Vittoriale per fargli dono di una piccola tartaruga d’oro con la dedica “All’uomo più veloce, l’animale più lento”, chiedendogli in cambio di vincere la “Targa Florio” che si sarebbe disputata dopo due settimane. Il pilota si mostra stupito della richiesta e risponde: -Io corro solo per questo-. Il successivo 8 maggio, Nuvolari tagliò per primo il traguardo della gara siciliana, a bordo dell’Alfa Romeo 8C-2300 della “Scuderia Ferrari”. Sempre nello stesso anno, riuscì ad aggiudicarsi anche Gran Premi di Monaco, di Francia e d’Italia. Le sfortune personali (in pochi anni perse entrambi i figli diciottenni: il primogenito Giorgio a causa di una miocardite, e Alberto a causa di una nefrite ) resero il pubblico ancor più appassionato nei suoi confronti. La sua determinazione lo porta, proverbialmente, a insistere nelle gare anche quando l’auto perde pezzi, o è in fiamme, causando diversi incidenti. A Nuvolari è attribuita l’invenzione della tecnica della sbandata controllata: egli affrontava le curve con un secco colpo di sterzo, facendo slittare le ruote posteriori verso l’esterno, quindi controsterzava e schiacciava l’acceleratore a tavoletta. In questo modo usciva di curva con la macchina già rivolta verso il rettilineo e in piena accelerazione, a velocità maggiore di chiunque altro. Enzo Ferrari raccontò che, quando per la prima volta salì come copilota su un’auto guidata da Nuvolari, alla prima curva avvertì che le ruote slittavano e credette che il mantovano avesse perso il controllo e che la vettura stesse uscendo di pista, ma con sua grande sorpresa questo non accadde; alla seconda curva avvenne lo stesso, e così alle successive, finché Ferrari comprese che Nuvolari faceva sbandare l’auto di proposito. Tanti sono stati gli episodi nella carriera sportiva di Nuvolari che ne hanno decretato l’ingresso nella leggenda. Tra i più famosi possiamo ricordare:

  • nel 1925, mentre si allenava in auto sulla pista di Monza, Nuvolari uscì di strada e fu sbalzato dalla vettura, ferendosi in modo molto serio. Una sola settimana dopo si disputava sulla stessa pista un Gran Premio di motociclismo: Nuvolari lasciò l’ospedale contro il parere dei medici, coperto di bende e fasciature, si fece aiutare dai meccanici a montare sulla moto, poiché a stento si reggeva in piedi, e vinse;
  • nel 1930 vinse la Mille Miglia davanti ad Achille Varzi, superandolo durante la notte, poco prima dell’alba: si racconta che, per non farlo accorgere del suo arrivo e superarlo a sorpresa, Nuvolari spense i fari e proseguì al buio, seguendo le luci di coda di Varzi;
  • Il 15 Giugno 1935 Tazio Nuvolari tenta di battere, sull’autostrada Firenze-Mare (nel tratto del rettilineo di 8km presso Altopascio), due primati mondiali di velocità utilizzando la “mostruosa” Alfa Romeo “bimotore”, creata da Enzo Ferrari per resistere alle imbattibili Mercedes e Auto Union. La giornata scelta per il tentativo e’ poco felice poiché tira un forte vento, Nuvolari però prova ugualmente e parte. Mentre la macchina viaggia a circa 320 chilometri orari, viene investita lateralmente da una forte raffica di vento che causa una spaventosa sbandata di oltre 200 metri. Il mantovano riesce comunque a controllare l’auto dimostrando una freddezza e un’energia fuori dal comune: l’auto pesa 1300 chili ed è molto difficile da controllare già a 150 km/h! Nonostante lo spaventoso “imprevisto” Tazio prosegue, neutralizza un’altra analoga sbandata poco dopo, e stabilisce due primati: percorre in 11il chilometro lanciato alla media di 321,420 km/h e in 17il miglio lanciato con media di 323,125 km/h (con una punta, nell’ultimo tratto percorso, di oltre 360 chilometri orari). “Non avevo mai affrontato un pericolo così tremendo, nemmeno il giorno in cui presi fuoco a Pau” dichiarerà anni dopo ricordando l’episodio
  • nel 1935, nel Gran Premio di Germania sulla pista di 22 km del Nürburgring, Nuvolari si impose guidando un’Alfa Romeo nettamente inferiore alle potenti vetture tedesche in gara. Nuvolari vinse con una clamorosa rimonta, dopo essere rimasto attardato nella sosta per il rifornimento di benzina: ancora all’inizio dell’ultimo giro aveva un ritardo di 30″ dal primo. Questo successo fece “alterare” non poco i gerarchi nazisti presenti al circuito, che invece si aspettavano di vedere una grande affermazione tedesca in loro presenza; non la pensava così Nuvolari che, così sicuro di una sua vittoria, aveva appositamente portato dall’Italia un Tricolore nuovo fiammante (aveva saputo che quello in dotazione agli organizzatori era logoro), che fece issare sul pennone più alto durante la cerimonia di premiazione. Si dice che gli organizzatori, non trovando il disco con la Marcia Reale (l’Inno Italiano dell’epoca) lo sostituirono con quello di “‘O Sole mio”; Torino – 3 Settembre 1946 – Coppa Andrea Brezzi – Tazio Nuvolari, su Cisitalia D46 in 1h 25’57”, conclude la gara senza volante al 13° posto.
  • lo stesso anno, durante il Gran Premio di Montecarlo corso sotto una pioggia battente, un corridore ruppe il circuito dell’olio e inondò la pista in una doppia curva a S già scivolosa per l’acqua. I cinque corridori successivi, man mano che sopraggiungevano, perdevano aderenza e scontrandosi tra loro o con le barriere disseminarono quel punto della pista di rottami. Nuvolari, sopraggiunto per sesto, riuscì derapando in velocità a mantenere comunque il controllo della sua vettura, percorrendo un’incredibile traiettoria che gli consentì di uscire dalla doppia curva schivando tutti i rottami con la precisione di alcuni centimetri;
  • Nel 1936 l’Alfa Romeo organizza con i suoi piloti (Nuvolari, Brivio e Farina) una “spedizione” negli Stati Uniti per partecipare alla prestigiosa Coppa Vanderbilt. La gara si svolge alle porte di New York e nelle edizioni precedenti (dal 1904) non è mai stata vinta da un Italiano. Nuvolari è accolto come un eroe e una folla enorme lo attende per vederlo, per stringergli la mano. La gara è dura, molto lunga e i piloti di casa guidano derapando “alla Nuvolari”. Sono altrettanto spericolati (non vogliono perdere l’occasione di battere il miglior pilota del mondo), ma Tazio ha una tecnica e una “sensibilità” irraggiungibile. Passa al comando dopo la prima curva e già al quinto giro inizia a doppiare gli avversari. L’Alfa ha un piccolo inconveniente che la fa funzionare a 11 cilindri ma “Nivola” prosegue lo stesso. Ad un tratto, data la schiacciante superiorità del mantovano, viene annunciato all’altoparlante che chi lo avesse superato per almeno un minuto avrebbe vinto un premio di mille dollari. Nuvolari si ferma ai box per fare rifornimento, senza perdere mai la prima posizione! Stravince così la gara con 12 minuti di vantaggio e dimostra ancora una volta di essere il migliore.
  • nel 1948, all’età di cinquantasei anni, a sorpresa Nuvolari prese ancora il via della Mille Miglia: prima che problemi meccanici lo costringessero al ritiro, nel primo tratto di gara fece segnare il miglior tempo assoluto;
  • il 10 aprile 1950 Nuvolari partecipava alla gara “Salita al Monte Pellegrino” in Sicilia su Cisitalia-Abarth 204 della Squadra Carlo Abarth. Risultava la vittoria della classe fino 1100 cc Sport e il quinto posto assoluto. È stata la sua ultima gara e l’ultima vittoria di Nuvolari.
    Nuvolari non annunciò mai formalmente il suo ritiro, ma la sua salute andava deteriorandosi e divenne in modo crescente solitario. Nel 1952 venne colpito da un ictus che lo lasciò parzialmente paralizzato, e morì un anno più tardi, l’11 agosto, a causa di un altro ictus. Pressoché tutta la città di Mantova partecipò ai suoi funerali, che si tennero il 13 agosto 1953. Il corteo funebre era lungo alcuni chilometri. Fu sepolto con gli abiti che indossava sempre scaramanticamente in corsa: un maglione giallo con ricamato sulla destra il suo logo (una T e una N incrociati) e, appuntata al petto, una tartaruga d’oro, pantaloni blu e una sciarpa tricolore. Al fianco il suo volante preferito.
    Sulla tomba di Nuvolari è incisa una frase che sembra quasi volerlo incitare a fare corse anche nell’Aldilà:”Correrai Ancor Più Veloce per le Vie del Cielo”.
  • 11 agosto 1953: la scomparsa di Tazio Nuvolari suscita grande commozione in tutto il mondo. La notizia arriva come un fulmine anche a Brescia e colpisce profondamente gli uomini della Mille Miglia. Giovanni Canestrini, Renzo Castagneto e Aymo Maggi che, assieme a Franco Mazzotti – scomparso durante la II Guerra Mondiale – hanno ideato e realizzato la “corsa più bella del mondo”, decidono di ricordare la memoria del pilota che, più di ogni altri, ha contribuito alla fama della celebre gara.

Da questi sentimenti di ammirazione e riconoscenza verso Nivola nasce nel 1954 il Gran Premio Nuvolari, una prova speciale a cronometro lungo un percorso di 132 chilometri attraverso la pianura Padana, con partenza da Cremona, transito per Mantova e arrivo a Brescia. Da allora, tutti i grandi piloti impegnati nella famosa competizione si sono dati battaglia per conquistare l’ambìto Gran Premio Nuvolari della Mille Miglia.


L’incidente mortale

Nel 1957 un fatale incidente avvenuto sulla Goitese nei pressi di Guidizzolo (ma nel territorio comunale di Cavriana), in provincia di Mantova, e causato dallo scoppio di uno pneumatico, costò la vita al pilota spagnolo Alfonso de Portago, al navigatore americano Nelson, e ad undici spettatori (fra cui cinque bambini). La corsa venne definitivamente sospesa. A seguito dell’incidente Enzo Ferrari, costruttore della vettura coinvolta nell’incidente, subì un processo che durò alcuni anni e dal quale uscì assolto. Il Gran Premio Nuvolari ritornerà solo nel 1991.

Da Wikisport.eu, enciclopedia mondiale dello sport a cura di Daniele Masala, giornalista e campione olimpico

Fonte foto: https://www.attualita.it/notizie/atletica/racconti-di-sport/il-mantovano-volante-44141/[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]