Boris Vasil’evič Spasskij, nato il 30 gennaio 1937 a Leningrado (oggi San Pietroburgo), è uno dei più grandi scacchisti della storia e il decimo Campione del Mondo di scacchi. Celebre per il suo stile universale e la capacità di adattarsi a qualsiasi avversario, è conosciuto anche per il suo storico incontro con Bobby Fischer nel 1972, un evento che segnò un’epoca nella storia degli scacchi e della Guerra Fredda.

Primi anni di vita

Boris Spassky mostrò interesse per gli scacchi fin da bambino. Durante l’assedio di Leningrado, sua madre lo iscrisse a un circolo scacchistico per tenerlo impegnato e al sicuro. A soli 10 anni, dimostrò un talento straordinario, guadagnandosi l’attenzione dei migliori allenatori sovietici.

All’età di 18 anni, nel 1955, divenne il più giovane giocatore dell’epoca a partecipare al Torneo dei Candidati, un evento che determinava lo sfidante al titolo mondiale. Questo segnò l’inizio della sua carriera ai massimi livelli.


Carriera e stile di gioco

Spassky è ricordato per il suo stile “universale”, ovvero la capacità di eccellere in tutte le fasi del gioco: apertura, mediogioco e finale. Era imprevedibile e capace di adattarsi al gioco del suo avversario, rendendolo un avversario temibile per chiunque.

Campione del Mondo

Nel 1969, Spassky divenne il decimo Campione del Mondo sconfiggendo il connazionale Tigran Petrosian con un punteggio di 12,5-10,5. Questo risultato coronò anni di ascesa nella scena scacchistica mondiale, dove aveva già ottenuto importanti vittorie nei tornei internazionali.

La sfida con Bobby Fischer (1972)

Il momento più iconico della sua carriera arrivò nel 1972, quando difese il titolo contro lo statunitense Bobby Fischer a Reykjavík, Islanda. Questo incontro, soprannominato “La partita del secolo”, divenne un simbolo della competizione tra USA e URSS durante la Guerra Fredda.

Nonostante il suo talento, Spassky perse il titolo contro Fischer con un punteggio di 12,5-8,5. Tuttavia, la sua sportività e il rispetto reciproco con Fischer furono ammirati da tutto il mondo. L’incontro rafforzò la sua immagine di “gentiluomo degli scacchi”.

 

Vita successiva

Dopo aver perso il titolo, Spassky continuò a competere ai massimi livelli, pur non riuscendo a riconquistare il campionato mondiale. Emigrò in Francia nel 1976, dove si stabilì con la sua famiglia. Continuò a giocare fino agli anni ’90, partecipando a tornei e manifestazioni.

Nonostante una vita segnata da alti e bassi, incluse tensioni politiche con il regime sovietico, Spassky rimase una figura rispettata nel mondo degli scacchi. Anche in tarda età, il suo amore per il gioco rimase intatto.

Eredità

Boris Spassky è considerato uno dei più grandi scacchisti di sempre. Il suo contributo agli scacchi non si limita ai titoli vinti, ma anche al suo spirito sportivo e alla sua capacità di elevare il gioco a un fenomeno globale. Ancora oggi, il suo stile di gioco viene studiato e ammirato da generazioni di giocatori.

Da Wikisport.eu, enciclopedia dello sport a cura di Daniele Masala – giornalista e campione olimpico

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