Enzo Bearzot nasce ad Aiello del Friuli il 26 settembre 1927 è stato un allenatore di calcio e calciatore italiano, di ruolo difensore o mediano. Ha guidato la nazionale italiana durante il campionato mondiale di calcio 1982, vinto dagli Azzurri. Soprannominato “Vecio” (vecchio), detiene il record di panchine da Commissario Tecnico della Nazionale italiana, davanti a un altro C.T. storico della Nazionale italiana, Vittorio Pozzo, fermo a 97 presenze: Bearzot guidò l’Italia 104 volte, dal 27 settembre 1975 al 18 giugno 1986. È morto il 21 dicembre 2010 a Milano all’età di 83 anni, quarantadue anni esatti dopo Vittorio Pozzo. Un anno dopo la sua morte è stato istituito un premio in suo onore, il “Premio Nazionale Enzo Bearzot”, per il miglior allenatore italiano dell’anno. Dopo aver iniziato a giocare come mediano-difensore nella squadra di Aiello del Friuli, suo paese natale, nel 1946, Bearzot Vincenzo si trasferì alla Pro Gorizia, in Serie B. Nel 1948, dopo 39 presenze e 2 gol, fu notato e acquistato dall’Inter. Qui in 3 stagioni giocò solo 19 partite (fece il suo esordio in maglia nerazzurra il 21 novembre 1948, nella partita di campionato vinta 3-1 contro il Livorno) e nel 1951 passò al Catania. In tre anni collezionò 95 presenze in Serie B e 5 reti. Nel 1954 fu ingaggiato dal Torino che mirava a ritornare grande dopo la Tragedia di Superga del 1949. In 2 stagioni da titolare giocò 65 incontri, mettendo a segno un solo gol. Nel 1956 tornò all’Inter: in una stagione annoverò 27 presenze, l’ultima delle quali fu una sconfitta per 3-2 a Bologna il 9 giugno 1957. L’anno dopo tornò al Torino. Qui, dopo 164 presenze e 7 gol, nel 1964 concluse la carriera da giocatore per intraprendere quella da allenatore. In totale Bearzot disputò 251 partite nella massima serie, di cui 46 nell’Inter e 205 nel Torino. Da calciatore ottenne anche una presenza in Nazionale contro l’Ungheria, dove marcò il grande Puskás, che riuscì a segnare un gol. Dopo il ritiro dall’attività agonistica, nel 1964 Bearzot iniziò l’apprendistato tecnico sulla panchina del Torino, prima come preparatore dei portieri e poi come assistente di Nereo Rocco, poi di Edmondo Fabbri e, successivamente, nella stagione 1968-1969, divenne allenatore del Prato, in Serie C in sostituzione di Dino Ballacci da gennaio in poi. In seguito, entrò nei quadri federali, inizialmente come allenatore delle giovanili (Under-23 all’epoca), ma presto venne promosso assistente di Ferruccio Valcareggi nella Nazionale maggiore e quindi a vice del suo successore, Fulvio Bernardini. Nel 1975, dopo i Mondiali di Germania Ovest del 1974, fu nominato, grazie anche all’intervento di Gigi Peronace, commissario tecnico (condivise la panchina con Bernardini fino al 1977), fallendo le qualificazioni al Campionato europeo di calcio 1976. I primi frutti del suo lavoro, per cui adottò lo schema tattico applicato con successo nella Juventus allenata da Giovanni Trapattoni, di cui i suoi giocatori costituirono l’asse portante iniziarono a vedersi nei Mondiali del 1978, che la nazionale di Bearzot terminò al quarto posto, esprimendo il miglior gioco della manifestazione; e nell’Europeo del 1980, giocato in Italia, nel quale raggiunse la medesima posizione. Il Mondiale di Spagna nel 1982 non iniziò sotto i migliori auspici. Bearzot fu aspramente criticato dalla stampa per alcune scelte ritenute controverse come la convocazione di Paolo Rossi reduce dalla squalifica per lo scandalo del Totonero e l’esclusione di Roberto Pruzzo fresco capocannoniere della stagione 1981-1982. I modesti risultati nella prima fase indussero Bearzot e la squadra a introdurre la novità del silenzio stampa. Nella seconda fase la squadra apparve trasformata dalla forza morale del gruppo e da alcuni cambiamenti tattici e di formazione operati da Bearzot, come l’inserimento di Gabriele Oriali e di un giovane Giuseppe Bergomi tra i titolari, e si giovò dell’esplosione di Paolo Rossi. Gli Azzurri sconfissero in successione l’Argentina, il Brasile, la Polonia in semifinale e la Germania Ovest per 3-1 in finale, partite entrate nella storia. La Nazionale italiana di quel Mondiale fu l’unica nella storia del torneo a battere una dopo l’altra le detentrici dei 3 precedenti titoli, ovvero Argentina (campione nel 1978), Germania (1974) e Brasile (1970). Bearzot pagò il debito affettivo e di gratitudine con il gruppo campione del mondo: non volle rinnovare radicalmente la rosa e mancò la qualificazione all’Europeo del 1984, per dimettersi dopo il non brillante Campionato Mondiale di calcio 1986, nonostante avesse un contratto fino al 1990. L’11 luglio 1993 festeggiò nel migliore dei modi l’undicesimo anniversario del titolo mondiale: alla guida della Nazionale italiana Over-35 (una rappresentativa di vecchie glorie, fra cui molti campioni del 1982) vinse il titolo mondiale di categoria a Trieste contro l’Austria. Bearzot muore nel 2010 e riposa nella tomba di famiglia del cimitero di Paderno d’Adda.

Da Wikisport.eu, enciclopedia mondiale dello sport a cura di Daniele Masala – giornalista e campione olimpico

Fonte Foto: Wikipedia: CALCIATORI 1975-76 Panini – Figurina-Sticker n. 392 – BEARZOT 

Enzo Bearzot nasce ad Aiello del Friuli il 26 settembre 1927 è stato un allenatore di calcio e calciatore italiano, di ruolo difensore o mediano. Ha guidato la nazionale italiana durante il campionato mondiale di calcio 1982, vinto dagli Azzurri. Soprannominato “Vecio” (vecchio), detiene il record di panchine da Commissario Tecnico della Nazionale italiana, davanti a un altro C.T. storico della Nazionale italiana, Vittorio Pozzo, fermo a 97 presenze: Bearzot guidò l’Italia 104 volte, dal 27 settembre 1975 al 18 giugno 1986. È morto il 21 dicembre 2010 a Milano all’età di 83 anni, quarantadue anni esatti dopo Vittorio Pozzo. Un anno dopo la sua morte è stato istituito un premio in suo onore, il “Premio Nazionale Enzo Bearzot”, per il miglior allenatore italiano dell’anno. Dopo aver iniziato a giocare come mediano-difensore nella squadra di Aiello del Friuli, suo paese natale, nel 1946, Bearzot Vincenzo si trasferì alla Pro Gorizia, in Serie B. Nel 1948, dopo 39 presenze e 2 gol, fu notato e acquistato dall’Inter. Qui in 3 stagioni giocò solo 19 partite (fece il suo esordio in maglia nerazzurra il 21 novembre 1948, nella partita di campionato vinta 3-1 contro il Livorno) e nel 1951 passò al Catania. In tre anni collezionò 95 presenze in Serie B e 5 reti. Nel 1954 fu ingaggiato dal Torino che mirava a ritornare grande dopo la Tragedia di Superga del 1949. In 2 stagioni da titolare giocò 65 incontri, mettendo a segno un solo gol. Nel 1956 tornò all’Inter: in una stagione annoverò 27 presenze, l’ultima delle quali fu una sconfitta per 3-2 a Bologna il 9 giugno 1957. L’anno dopo tornò al Torino. Qui, dopo 164 presenze e 7 gol, nel 1964 concluse la carriera da giocatore per intraprendere quella da allenatore. In totale Bearzot disputò 251 partite nella massima serie, di cui 46 nell’Inter e 205 nel Torino. Da calciatore ottenne anche una presenza in Nazionale contro l’Ungheria, dove marcò il grande Puskás, che riuscì a segnare un gol. Dopo il ritiro dall’attività agonistica, nel 1964 Bearzot iniziò l’apprendistato tecnico sulla panchina del Torino, prima come preparatore dei portieri e poi come assistente di Nereo Rocco, poi di Edmondo Fabbri e, successivamente, nella stagione 1968-1969, divenne allenatore del Prato, in Serie C in sostituzione di Dino Ballacci da gennaio in poi. In seguito, entrò nei quadri federali, inizialmente come allenatore delle giovanili (Under-23 all’epoca), ma presto venne promosso assistente di Ferruccio Valcareggi nella Nazionale maggiore e quindi a vice del suo successore, Fulvio Bernardini. Nel 1975, dopo i Mondiali di Germania Ovest del 1974, fu nominato, grazie anche all’intervento di Gigi Peronace, commissario tecnico (condivise la panchina con Bernardini fino al 1977), fallendo le qualificazioni al Campionato europeo di calcio 1976. I primi frutti del suo lavoro, per cui adottò lo schema tattico applicato con successo nella Juventus allenata da Giovanni Trapattoni, di cui i suoi giocatori costituirono l’asse portante iniziarono a vedersi nei Mondiali del 1978, che la nazionale di Bearzot terminò al quarto posto, esprimendo il miglior gioco della manifestazione; e nell’Europeo del 1980, giocato in Italia, nel quale raggiunse la medesima posizione. Il Mondiale di Spagna nel 1982 non iniziò sotto i migliori auspici. Bearzot fu aspramente criticato dalla stampa per alcune scelte ritenute controverse come la convocazione di Paolo Rossi reduce dalla squalifica per lo scandalo del Totonero e l’esclusione di Roberto Pruzzo fresco capocannoniere della stagione 1981-1982. I modesti risultati nella prima fase indussero Bearzot e la squadra a introdurre la novità del silenzio stampa. Nella seconda fase la squadra apparve trasformata dalla forza morale del gruppo e da alcuni cambiamenti tattici e di formazione operati da Bearzot, come l’inserimento di Gabriele Oriali e di un giovane Giuseppe Bergomi tra i titolari, e si giovò dell’esplosione di Paolo Rossi. Gli Azzurri sconfissero in successione l’Argentina, il Brasile, la Polonia in semifinale e la Germania Ovest per 3-1 in finale, partite entrate nella storia. La Nazionale italiana di quel Mondiale fu l’unica nella storia del torneo a battere una dopo l’altra le detentrici dei 3 precedenti titoli, ovvero Argentina (campione nel 1978), Germania (1974) e Brasile (1970). Bearzot pagò il debito affettivo e di gratitudine con il gruppo campione del mondo: non volle rinnovare radicalmente la rosa e mancò la qualificazione all’Europeo del 1984, per dimettersi dopo il non brillante Campionato Mondiale di calcio 1986, nonostante avesse un contratto fino al 1990. L’11 luglio 1993 festeggiò nel migliore dei modi l’undicesimo anniversario del titolo mondiale: alla guida della Nazionale italiana Over-35 (una rappresentativa di vecchie glorie, fra cui molti campioni del 1982) vinse il titolo mondiale di categoria a Trieste contro l’Austria. Bearzot muore nel 2010 e riposa nella tomba di famiglia del cimitero di Paderno d’Adda.

Da Wikisport.eu, enciclopedia mondiale dello sport a cura di Daniele Masala – giornalista e campione olimpico

Fonte Foto: Wikipedia: CALCIATORI 1975-76 Panini – Figurina-Sticker n. 392 – BEARZOT