Robert “Bob” Beamon nasce a New York il 29 agosto del 1946, è un ex lunghista statunitense noto per il duraturo record mondiale di specialità.

Una vita non facile quella di Beamon, a soli otto mesi sua madre, allora venticinquenne, muore di tubercolosi. A prendersi cura del piccolo Bob è sua nonna, la quale non riesce ad impartirgli, nonostante gli sforzi e a causa del quartiere turbolento nel quale si trovano a vivere, una disciplina ferrea, in grado di tutelarlo sin da bambino. Da adolescente faceva a coltellate per la strada, di notte; di giorno, però, gli accadeva di prendere la strada dello stadio per correre, saltare o giocare a pallacanestro.

In quel luogo, il suo talento naturale non avrebbe tardato a manifestarsi, aprendogli presto, per mezzo di una borsa di studio, le porte dell’università di El Paso nel Texas, dove divenne presto un atleta di primo piano. Per aver boicottato una riunione di atletica cui partecipavano dei mormoni, Beamon perse la borsa di studio corrispostagli dall’università, poco prima della sua partenza per le Olimpiadi di Città del Messico.

Le prove si tennero su una pedana devastata da un tempo inclemente, con vento forte e un temporale prossimo ad annunciarsi. A questi elementi negativi, si aggiunse l’altitudine messicana, di cui si temeva la conseguente rarefazione dell’aria respirabile, a tutto svantaggio degli atleti. Beamon vide i tre atleti che lo precedevano fallire le loro prove, tutti quanti, a causa delle cattive condizioni climatiche. Il giapponese Yamada, il giamaicano Brooks e il tedesco Baschert mancarono il loro primo tentativo di salto.

Ma quando Beamon partì, si avvertì già nella corsa, nell’accelerazione prodigiosa, che l’americano aveva qualcosa in più degli altri. Compì un lungo volo, con un prodigioso colpo di reni e due piccoli salti successivi, dopo aver marcato la storia e la terra battuta con il nuovo record mondiale di salto in lungo. Alle 15.45 di quel venerdì, dopo il salto di Beamon, il giudice non riuscì subito a misurare la distanza, non disponendo di un apparecchio adatto alla lunghezza raggiunta dall’atleta. Passarono alcuni secondi, si richiese l’intervento di un decametro a nastro, usato per la disciplina del salto triplo, fino a quando sul tabellone non comparve il risultato, per tutti incredibile, di 8,90 metri. Il risultato di Beamon è rimasto intatto per 23 anni, fino al 1991.

Prima del salto di Beamon, il record del mondo era stato migliorato 13 volte dal 1901, con un incremento medio di 6 cm e con il maggior incremento di 15 cm. Il salto con cui Beamon ottenne la medaglia d’oro migliorò il record esistente di 55 cm. Il campione olimpico uscente, il britannico Lynn Davies, disse a Beamon “Tu hai distrutto questa specialità”, e, nel gergo dell’atletica leggera, un nuovo aggettivo, “Beamonesco”, entrò in uso per indicare un’impresa spettacolare. Rientrato dal Messico ritornò all’università e riprese a giocare a basket.

Pensò persino di passare al professionismo in quanto aveva effettive qualità per questo sport, ma per ragioni fisiche dovute all’altezza e al peso non interessò a nessuno. Rimasto al verde, cominciò ad allenarsi seriamente in previsione dei Giochi Olimpici del 1972. Ma qualcosa non funzionava più nei suoi salti: incapace di usare il suo piede destro, quello che gli aveva permesso di prendere il volo nel 1968, riusciva a battere solo con il piede sinistro. Avendo mancato la qualificazione olimpica, la squadra americana partì per Monaco senza di lui.

Molto tempo dopo, fu rintracciato a New York dove si occupava di ragazzi disadattati. Nel 1979 fu rivisto a Città del Messico in occasione dei Giochi Universitari Mondiali, sui luoghi del suo favoloso trionfo, raccontandone i particolari alla stampa. Il 30 agosto del 1991, prima Carl Lewis e poi Mike Powell battono entrambi il record di Bob Beamon, saltando rispettivamente 8,91 metri (ma con vento superiore ai 2 m/s, quindi non valevole per il record) ed 8,95. L’occasione in cui si registrano tali misure però, sono i Campionati del mondo di atletica leggera di Tokyo; Beamon pertanto perde il record assoluto, ma non quello olimpico, il quale di fatto resta ad oggi ancora nelle sue mani, anzi nelle sue gambe.

Da Wikisport.eu, enciclopedia mondiale dello sport a cura di Daniele Masala – campione olimpico e giornalista

Fonte foto: Wikipedia, Di Sconosciuto – [1] Dutch National Archives, The Hague, Fotocollectie Algemeen Nederlands Persbureau (ANEFO), 1945-1989 bekijk toegang 2.24.01.04 Bestanddeelnummer 922-2039, CC0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=36969685

Robert “Bob” Beamon nasce a New York il 29 agosto del 1946, è un ex lunghista statunitense noto per il duraturo record mondiale di specialità.

Una vita non facile quella di Beamon, a soli otto mesi sua madre, allora venticinquenne, muore di tubercolosi. A prendersi cura del piccolo Bob è sua nonna, la quale non riesce ad impartirgli, nonostante gli sforzi e a causa del quartiere turbolento nel quale si trovano a vivere, una disciplina ferrea, in grado di tutelarlo sin da bambino. Da adolescente faceva a coltellate per la strada, di notte; di giorno, però, gli accadeva di prendere la strada dello stadio per correre, saltare o giocare a pallacanestro.

In quel luogo, il suo talento naturale non avrebbe tardato a manifestarsi, aprendogli presto, per mezzo di una borsa di studio, le porte dell’università di El Paso nel Texas, dove divenne presto un atleta di primo piano. Per aver boicottato una riunione di atletica cui partecipavano dei mormoni, Beamon perse la borsa di studio corrispostagli dall’università, poco prima della sua partenza per le Olimpiadi di Città del Messico.

Le prove si tennero su una pedana devastata da un tempo inclemente, con vento forte e un temporale prossimo ad annunciarsi. A questi elementi negativi, si aggiunse l’altitudine messicana, di cui si temeva la conseguente rarefazione dell’aria respirabile, a tutto svantaggio degli atleti. Beamon vide i tre atleti che lo precedevano fallire le loro prove, tutti quanti, a causa delle cattive condizioni climatiche. Il giapponese Yamada, il giamaicano Brooks e il tedesco Baschert mancarono il loro primo tentativo di salto.

Ma quando Beamon partì, si avvertì già nella corsa, nell’accelerazione prodigiosa, che l’americano aveva qualcosa in più degli altri. Compì un lungo volo, con un prodigioso colpo di reni e due piccoli salti successivi, dopo aver marcato la storia e la terra battuta con il nuovo record mondiale di salto in lungo. Alle 15.45 di quel venerdì, dopo il salto di Beamon, il giudice non riuscì subito a misurare la distanza, non disponendo di un apparecchio adatto alla lunghezza raggiunta dall’atleta. Passarono alcuni secondi, si richiese l’intervento di un decametro a nastro, usato per la disciplina del salto triplo, fino a quando sul tabellone non comparve il risultato, per tutti incredibile, di 8,90 metri. Il risultato di Beamon è rimasto intatto per 23 anni, fino al 1991.

Prima del salto di Beamon, il record del mondo era stato migliorato 13 volte dal 1901, con un incremento medio di 6 cm e con il maggior incremento di 15 cm. Il salto con cui Beamon ottenne la medaglia d’oro migliorò il record esistente di 55 cm. Il campione olimpico uscente, il britannico Lynn Davies, disse a Beamon “Tu hai distrutto questa specialità”, e, nel gergo dell’atletica leggera, un nuovo aggettivo, “Beamonesco”, entrò in uso per indicare un’impresa spettacolare. Rientrato dal Messico ritornò all’università e riprese a giocare a basket.

Pensò persino di passare al professionismo in quanto aveva effettive qualità per questo sport, ma per ragioni fisiche dovute all’altezza e al peso non interessò a nessuno. Rimasto al verde, cominciò ad allenarsi seriamente in previsione dei Giochi Olimpici del 1972. Ma qualcosa non funzionava più nei suoi salti: incapace di usare il suo piede destro, quello che gli aveva permesso di prendere il volo nel 1968, riusciva a battere solo con il piede sinistro. Avendo mancato la qualificazione olimpica, la squadra americana partì per Monaco senza di lui.

Molto tempo dopo, fu rintracciato a New York dove si occupava di ragazzi disadattati. Nel 1979 fu rivisto a Città del Messico in occasione dei Giochi Universitari Mondiali, sui luoghi del suo favoloso trionfo, raccontandone i particolari alla stampa. Il 30 agosto del 1991, prima Carl Lewis e poi Mike Powell battono entrambi il record di Bob Beamon, saltando rispettivamente 8,91 metri (ma con vento superiore ai 2 m/s, quindi non valevole per il record) ed 8,95. L’occasione in cui si registrano tali misure però, sono i Campionati del mondo di atletica leggera di Tokyo; Beamon pertanto perde il record assoluto, ma non quello olimpico, il quale di fatto resta ad oggi ancora nelle sue mani, anzi nelle sue gambe.

Da Wikisport.eu, enciclopedia mondiale dello sport a cura di Daniele Masala – campione olimpico e giornalista

Fonte foto: Wikipedia, Di Sconosciuto – [1] Dutch National Archives, The Hague, Fotocollectie Algemeen Nederlands Persbureau (ANEFO), 1945-1989 bekijk toegang 2.24.01.04 Bestanddeelnummer 922-2039, CC0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=36969685