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Rudolf Völler, detto Rudi, nato a Hanau il 13 aprile del 1960, è un allenatore di calcio, ex calciatore e dirigente sportivo tedesco, di ruolo attaccante. Campione del mondo con la Germania Ovest nel 1990.

Carriera

Proprio ad Hanau (la sua città natale), ad otto anni, Voeller Rudolf ha iniziato a giocare al calcio nella squadra messa in piedi dal padre. Il primo contratto da professionista arriva quando il ragazzo ha 17 anni. A tesserarlo è il Kickers Offenbach che si trova a far crescere un calciatore che pesa solo 65 Kg e che i compagni di squadra ribattezzano “grissino”. Rudi, insomma, non è un corazziere ma brucia gli avversari con uno scatto irresistibile. Nell’estate del 1980 passa al Monaco 1860 che vive una stagione assai complicata che termina con la retrocessione. Nel campionato successivo però, Voeller esplode e sigla 37 reti, con le quali riporta la squadra, trionfalmente, nella massima serie. Il suo nome è ormai sui taccuini dei club di mezza Europa, passa al Werder Brema, segna ben 23 reti che gli permettono di aggiudicarsi il titolo di capocannoniere della Bundesliga. La serie A italiana inizia il suo canto delle sirene. Il Torino e la Fiorentina provano a tesserarlo, ma l’assalto più deciso è quello del Milan. Liedholm è convinto che il tedesco sia il centravanti adatto alla rifondazione rossonera e cerca di convincerlo al grande salto. Schnellinger viene spedito a tessere la tela della trattativa, ma quando tutto sembra fatto, Rudi decide che non se la sente ancora di lasciare il suo paese. Negli anni che lo separano dal mondiale messicano subisce due gravi infortuni: uno alla capsula legamentosa e l’altro agli adduttori della coscia destra. Recupera appena in tempo per disputare il suo primo mondiale. E’ incerottato, ma nonostante questo segna tre gol pesantissimi che fanno sfiorare il titolo alla Germania. Nel 1987 è ancora una volta sul punto di cambiare squadra. Lo cerca insistentemente il Bayern ma lui con onestà dichiara che per ragioni di rivalità sportiva può giocare con qualsiasi squadra al mondo ma non con i bavaresi. Il 7 giugno 1987 sbarca a Fiumicino, la Roma di Dino Viola riuscì ad assicurarselo per 5,5 miliardi di lire. Dopo un inizio difficile, legato ancora a guai fisici, il “Tedesco volante”, diviene il trascinatore della squadra con 45 gol. Un campionissimo in grado di fare reparto da solo e di accompagnare la squadra a una finale di Coppa UEFA 1990-1991 , persa contro l’Inter, e alla vittoria in Coppa Italia 1990-1991, contro la Sampdoria. Nel 1992, con l’avvento di Vujadin Boškov sulla panchina della A.S. Roma, Völler venne ceduto all’Olympique Marsiglia, squadra con la quale vinse alla fine della stagione la Coppa dei Campioni, in finale a Monaco di Baviera contro il Milan. Tornato in Germania l’anno dopo, chiuse la carriera nel 1996, a 36 anni, al termine della seconda stagione al Bayer Leverkusen, squadra per la quale realizzò complessivamente 26 reti.

Dopo il ritiro

Subito dopo il ritiro, il 1º luglio 1996 divenne direttore sportivo del Bayer Leverkusen, carica che mantenne fino al 30 giugno 2000. Iniziò nello stesso anno la sua carriera in panchina: benché ancora sprovvisto del patentino da allenatore, gli fu affidata la guida della squadra rossonera, incarico che tenne per brevissimo tempo (dal 21 ottobre al 13 novembre 2000) giacché la Federcalcio tedesca, alla ricerca di un nuovo commissario tecnico dopo il pessimo campionato europeo giocato dalla nazionale teutonica (eliminazione al primo), decise di ingaggiare proprio Völler il 2 luglio 2000. Inizialmente programmata per un anno, la durata del contratto di Völler fu prolungata fino al campionato del mondo 2002 perché il commissario tecnico designato, l’allenatore del Bayer Leverkusen Christoph Daum, fu coinvolto in uno scandalo di droga e perse l’occasione di sedere sulla panchina della Nazionale. Nel mondiale asiatico la Nazionale guidata da Völler non sfigurò, riuscendo a raggiungere la finale e cedendo solo al Brasile che vinse 2-0 con due goal di Ronaldo. La federcalcio tedesca rinnovò quindi la fiducia a Völler, che guidò la nazionale anche agli Europei del 2004 in Portogallo. Ma la Germania non riuscì neppure a passare la prima fase e tornò a casa dopo sole tre partite (1-1 con l’Olanda, 0-0 con la Lettonia e 1-2 con la Repubblica Ceca). Rudi Völler si dimise così dall’incarico di C.T. il 24 giugno 2004. Il 30 agosto 2004 fu ingaggiato come tecnico dal suo vecchio club, la Roma, che cercava con urgenza un sostituto dopo le improvvise dimissioni di Prandelli dalla panchina giallorossa. L’avventura del tecnico tedesco fu tuttavia molto breve: questi si dimise il 26 settembre dopo quattro partite di campionato a seguito degli scarsi risultati. Il 18 gennaio 2005 tornò al Bayer Leverkusen come direttore sportivo; dal 16 settembre al 9 ottobre dello stesso anno gli fu inoltre affidata per la seconda volta la guida ad interim della squadra, in sostituzione di Klaus Augenthaler. Il 1º luglio 2018 fu nominato direttore esecutivo del club. Lasciò il ruolo a Simon Rolfes nel 2022, per divenire dal 1º luglio seguente membro del comitato azionista oltreché ambasciatore del club.

Dopo la débâcle della nazionale tedesca al campionato del mondo 2022, il 13 dicembre entrò a far parte, con Karl-Heinz RummeniggeOliver KahnMatthias Sammer e Oliver Mintzlaff, del pool istituito dalla federazione calcistica tedesca (DFB) onde seguire il processo di ricostruzione della squadra. Il 1º febbraio 2023 ritornò ufficialmente in seno alla DFB col ruolo di direttore della nazionale, in sostituzione del dimissionario Oliver Bierhoff.

Palmares

In dodici anni Völler giocò complessivamente 90 volte in Nazionale segnando 47 reti, e piazzandosi al secondo posto della classifica dei migliori marcatori della nazionale tedesca: meglio di lui solo Gerd Müller con 68 gol (terzo se si considera Joachim Streich, che con la maglia della Germania Est segnò 56 gol). In seguito il suo numero di segnature venne eguagliato da Jürgen Klinsmann e superato da Miroslav Klose.

Da Wikisport.eu, enciclopedia mondiale dello sport a cura di Daniele Masala, giornalista e campione olimpico

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